Colombia es tu nombre Colombia tu eres mi amor te llevo en mi pecho como una cancion a veces te canto cansiones de amor que salen expontaneas de mi corazon..
Smarriscon gli occhi come mendicanti ciechi, mi fermo ad ascoltare le dolci note del silenzio… con un’immagine cauta di bianche macchie di panna, imprigionate in una sfera color zaffiro… sogno
Mattina comune, banale risveglio, aria fredda. Esco e mi guardo intorno. Silenzio gelido, ma io ascolto. Ascolto il vento che sposta le nuvole, ascolto il cielo che le contiene; mille
Nuvole, scrigni di pensieri che liberi vanno come bianchi velieri forma hanno di animali buffi o di folletti con i ciuffi di draghi ribaldi e di cavalieri spavaldi; creano scene
Come tante pecorelle tra luna, sole e stelle, grigie, bianche ed anche rosa a brucar chissà che cosa… Su e giù a destra e a manca mai si ferman, mai
La nuvoletta viaggiatrice fa di lavoro l’esploratrice e, non sorpresa di vedermi, mi dice: “Ho girato tutto il mondo, ma del mar non ho mai toccato il fondo, mi piacerebbe
Ombre violacee nel cielo Il sole affonda nel blu intenso La pioggia si ferma per guardare l’orizzonte incuriosita. Tutto si ferma e tra la magia delle ombre uno scroscio improvviso.
Nell’ampio oceano dell’Olimpo messaggeri ci parlano con immagini. Annunziano il Giorno del Giudizio? La fine di tutto? E noi qui, insieme capiamo i messaggi. Di angeli o spiriti? Messaggi meravigliosi
Libertà. Ecco cosa le nuvole portano in grembo. Libertà talmente pura da sciogliersi nelle lacrime che cadono dal cielo. Libertà di sentire il suono del vento infrangersi nel cuore di
Un giorno d’estate mi fermo e guardo intorno Cascate Giardini di pini salmastri Tetti rosati Mare cupo. Nuvola silenziosa rapisci la mia attenzione e mi viene in mente una canzone.
Che strana forma di vita è questa. Cattura affascina lusinga addolora di leggerezza impegnata talvolta vestita, il bello la strazia, la rinnova l’amore.
Quando sento quelle voci, quelle strane voci, mi giro intorno, ma non vedo nessuno, quando immagino che qualcuno mi sfiori, mi giro intorno, ma non vedo nessuno. E se la
Nel sereno una vela tra mare e cielo confusi. Il suo sogno naviga indefinito…
Lo spazio tra le lacrime che ho pianto È solo un segmento della morte Che ho vissuto
Nella tenuità della notte amo il suo silenzio che accoglie il mio volo Vedo te immersa in mia fantastica vita ancor non persa Oltre me c’è il tuo sorriso sospeso
(3° assoluto al "Concorso Michetti" 2008) Ascolto le nuvole: Son discorsi di pioggia Nel cielo…
(2° assoluto al "Premio Michetti" 2008) Le nuvole mi parlano È vero ve lo giuro Ti dico le ho sentite parlare son sicuro E se ti fermi un attimo se
Quello che hai amato di piùè mutato nel tempo.Ti aggrappi a frammenti di ricordiche, piano piano,si offuscano nella memoria.Guardi consumarsi il passatoe, con esso, una parte di te.L’amaro ti riempie
Un sorriso svanito nel tempo cancellato dalla mente custodito nel cuore. Una voce mai più ritrovata. Una figura persa tra la gente. L’amarezza del risveglio e l’ingenua delusione di assopirsi
come scordare, colomba il tubare tuo, sommesso fra le fronde se il cuore, albadorata esplode fragoroso e ti sembra di morire morir non temi ma vivere invano le pene,luna pudìca
Afflitti dal perbenismo delle diete politically correct par condicio e no smoking essere senza vizi nuova virtù laica Al dio che aspetta lassù relazionerà vite tutte uguali questa noiosa banda
Sfogliando le pagine di un libro di storia, può succedere a volte d’imbattersi nella riproduzione di un quadro che raffigura la fucilazione di Massimiliano d’Asburgo. Anche se quasi certamente non
Ragioni che scavano il mio pensiero nel futuro. Parole silenti che urlano rabbia. Angosce per un futuro che non appare. Incubi che accecano il piacere. Ma il mio animo s’innalza
Il gaglioffo ha decretato: il canuto, ahimé, scartato. Rimanere in quest’ambiente vale poco, quasi niente! Tra tristezza ed amarezza sai chi vince? La schifezza! Questa è la seconda volta che
Ulisse è una sfinge canina dagli occhi semichiusi: si concentra, il naso gli freme quarantaquattro volte più del mio quando legge il libro illimitato degli odori in calma di vento
Arida spoglia e assolata penisola del Sinis che di civiltà t’ergi nel vetroso quarzo Onde di regolarità tagliente che dentro s’espande e divengo oceano di mare Immersioni nell’indaco che di
Rotaie d’autunno sotto fragili pizzi gialli e oro tronchi oscurati da polvere e smog un viale apre lo sguardo all’infinito turbinìo del sentimento grigia la schiera laggiù soldati dell’inverno alle
Luci lampeggianti frastuono d’aerei in atterraggio rollio di motori pronti a bucare il cielo Il treno smuoveva sferragliando l’aria eccitata di maggio l’erba della scarpata i miei capelli sciolti Labbra
A ogni avvenimento il mio corpo sempre prova a muoversi prima ch’io concepisca il contesto Non voglio osservare i fatti solo quando già avvenuti Non voglio mancar presenza