il corpo mio dell’universo è fatto che a divenir parte ampollata in esso e d’esso si confronta e me so’ fatto d’altrove di lui e di me l’autonomie scambiamo che
Io con te nell’incontro perdo il ricordo abbandono la vita torno al silenzio In un attimo vivo l’eterno
L’ora violenta che mai non disfiora l’indifferente forma sul petto t’abbandona, docili i capelli alla mano di seta, e sbigottiti i cieli passano nel tuo sguardo
Lago dai vetri danzanti che la goccia tagliano in sospiri d’argento Drago che verità insinui nel brivido di ghiaccio dei sogni immediati che s’adornano di lacrime di fiele Ma sul
L’odore della città nel seno nascosto di luce e oceano il vento tintinna oro e argento bianca maga il ritmo delle ogive scandisce i muri sgretola il silenzio il cuore
Lì dove l’immaginario umano vuole che Cielo e Mare si uniscano in un candido quanto sensuale abbraccio, Lì dove l’occhio arriva a stento, dove la foschia abbraccia la linea magica
Guardati! .. come fossi nuda, Ninfa, forma degli Dei E non seguire la volpe… potresti perderti piccolina che sei La faccia nascosta di Giano, ti interessa ma ti fa perdere
ho percorso in discesa il sentiero, appena accennato, fra gli ulivi. il sole pallido di gennaio negli occhi, affacciato sull’orizzonte brumoso. dal mare arrossato, come fantasmi, salivano nuvole senza colore.
Nevicava davvero quel mattino di marzo, che sembrava così limpido e alto fino a toccare il cielo, e al centro c’era ferma la luna appena un poco sfumata da un
S’un greto asciutto crisalide mutante dorme sul freddo assito dell’inverno e tutto intorno tace Dentro il suo bozzolo si prepara a fatica ad affacciarsi sull’orlo della vita inconsapevole farfalla
Loro son proprio così, dalla sera fino al dì, formidabili creature non conoscono paure ai valori danno un senso e lo fanno anche in silenzio! Nulla deve andar perduto ogni
Striscia lunare, anima bianca sopravvissuta…. dona l’immagine di un castello antico alla distesa del mare, stasera
S’apre la mente a conoscenze a fantasie si chiude Fascino d’un mondo alieno il raziocinio assorbe Respinge la ragione tumultuosi veli È guerra dichiarata
Sotto luci e riflettori si riflettono i dolori e si avverte solamente l’acre odore del sudore, formidabili destrieri fanno posto ai giocolieri, “ecco arrivano i pagliacci” che vestiti son di
I tuoi seni impertinenti, frutti proibiti per la mia libido, tento di mordere per trattenerli a me, ma scivolano via dalla mia bocca ingorda, bianchi, bagnati, turgidi coi loro occhi
C-a-l-e-i-d-o-s-c-o-p-i-o la mia mente che ricorda. Le sue cangianze si somigliano come granelli di sabbia. Il nostro amore è acqua che scorre insieme a l’acqua di tutti gli amanti. Piccoli
Il mare rumoreggia, Rotolando sulla spiaggia Parole di sabbia Che il vento cancella Alla mia vista.
abbracciami vita con le tue spire forti col tuo sapore di placenta e sangue col tuo odore di morte fresco come l’alba della vita Serrami coi tuoi colori teneri e
Colombia es tu nombre Colombia tu eres mi amor te llevo en mi pecho como una cancion a veces te canto cansiones de amor que salen expontaneas de mi corazon..
Mi piace perdermi per i tuoi vicoli, Barcellona incantatrice. Mi aspettano ogni giorno per mostrarsi intriganti alla mia curiosità. In quel reticolo fatto di antiche pietre, dove il tempo remoto
La pelle calda e nera, diabolica figlia della notte vestirà il mio corpo lurido. Tu schiavo del sesso vivrai dei miei scarti ed io tuo Dio ti renderò cane.
Allenta il remo, caro amico. Non vedi? La mano ha voglia di accarezzare l’acqua. Porta al riposo il fluire dolce del tempo. Mitiga l’accanito lottare con le correnti, amico che
e partì poi per soldato che non era laureato, “fridd, vient e schiuppttat” e fu subito arrestato! ma non eran campi arati dove furono portati eran di concentramento, fame, morte e
Amavi l’ulivo contorto dai venti, l’amavi padre. Furente di vita sgranavi la terra e di sera il rosario. Padre mi manchi, l’ulivo mi manca, ucciso dalla saetta. Denti anneriti spuntano
Pensieri ricamati di fresco Affrettati giudizi osceni L’eco del tuo Io rimbalza nella notte dei predatori Annichilito Un rumore di passi L’Uomo Morto ti sta cercando Eri nato sorridendo Piangevi
Ampi e caldi venti varcano la soglia entrano turbano questa fresca primavera Porto in me da sempre una vastità La sento ma non la possiedo Come se stessi ai margini
Sia d’Inverno che d’Estate, al mattino mi trovate in terrazza col Caffè: Aspetto il Sole (quando c’è). Sorge lento dietro dal monte e mi bacia sulla fronte… Poi finisce la
Dall’alto della stradina puro oriente Giappone incantato Piazza Vittorio esalta il vento sullo sfondo di montagne solide e colorate una nube sovrasta l’incontro righe simmetriche tranvie luci movimento futurista e