Apro la sigarettacome fosse una foglia di tabaccoe aspiro avidamentel’assenza della tua vita.È cosi bello sentirti fuori,desideroso di vedermie non mai ascoltato.Sono crudele, lo so,ma il gergo dei poeti è
Il Medico, conosciuto meglio come il dottore,vive con il compito di toglierci il dolore,lui più che esercitare una professione,vive portando a termine una missione.Il Medico, inizia presto a studiare ed
Lo sguardo persoFra geometrie di marmiScrutaFra il mosaico regolareLa linea inversa al disegnoUn abito talareFra le navate scivolaCardinalizia luceScende dalle vetrateFumano incensi e ceriNell’aria florealeVenite ad aiutarmiAngeli fluttuantiSollevate il mio
Morrò giovane, lontano da mia moglie,fra pareti ammuffite, cattivi odorie lacrime.Morrò a Milano, con la manodi mio fratello sulla fronte,tremando per la febbree pregando così:“Oh Dio onnipotente,non distogliere il tuo sguardoda
Vivere per capire la ragioneDi questo stare un momento sulla terraE come affinare l’arma del pensieroPer aprire un varco nel misteroCapire la partita che si giocaLa posta in palio la
Parole, le mie, le tue.detteascoltateamate….dimenticate.Nasconovivono…. muoiono.
Sarà un giorno tranquillo, di luce freddacome il sole che nasce o che muore, e il vetrochiuderà l’aria sudicia fuori del cielo.Ci si sveglia un mattino, una volta per sempre,nel
Se sapessi cos’è non chiedereicosa mi tiene sveglie le nottiPaura, morte, vitaEscoda due tricicli rossistralci di discorsi indistinguibilialtri autisti ruminano panini in forma distrattaParte un elicottero d’argentoun cane scuro è
Abbraccerò la luce che non c’èe mi risveglierò pregandoardente di purezza e di poesia.
In mezzo a quattro fuochi osserva la perfezioneDella bussola d’argentoIl vento mescola i tuoi sensiSe aspetti un nuovo MessiaFa’ che sia il tuoDimmi il tuo nomeScrivilo sulla brace mentre dimentichitutte
È l’alba. La lucebacia le tenebree il silenzio del cieloaccoglie il risvegliodella terra,i suoni ritornano,le voci umanesi fondono e copronoil pianto di chi nascee il gemito di chi lentamentesi
Morti imbiancati, di neve,sotto triste cielovanno, per l’afflitto viale che mai finisce.Vanno in tristi forme tra aure silenziosee della morte il freddodanno a salici e gigli.Irradiano lenti biancorenel desolato percorso.E
Volano i pensieri per tealla luce della sera,quando l’ora bluriempie le case del suo mistero.Volano e si perdono nella notte,quando fioche fiammelle ricordano di un tempo addormentato,perché è necessario fermarsial
Conflitto e lottaTensioneE sola quieteEquilibrio precarioDi forze ugualiE opposte
E niente mi basta Per definirti, amore.In rocce di quarzoIn sabbie alluvionaliScavo e setaccioPer trovartiE tu….…tu sei respiro.
Mischiò acido inchiostrosale di mare e ferite dell’animamischiò.Nel calloso deserto scrisse su grate carteali, nostalgie e provò a volare…… (trad. F. M. Corrao)
Un giorno di settembre, il mese azzurro,tranquillo sotto un giovane susinoio tenni l’amor mio pallido e quietotra le mie braccia come un dolce sogno.E su di noi nel bel cielo
Pettegolezzi del mattinoAl mattino, in presenza dei vecchi, vergognandosi la bella dagli occhi di cerbiattaperché il pappagallo comincia a imitare i gridolinidel piacere,lo sopraffà con il tintinnio acuto della fila
Etna – Son salito sul Vesuvio…E temo che si sia abbassato:ero più caldo delle sue esalazioni,più del suo picco ritto…– A te, che paragonano ad una donna…– Perché? – Per
Come un prete che più non crede, ma zelanteUsa ancor parole che gli furono sante,E governa i suoi fedeli in adorazioneNon con lieta grazia, ma con triste ragione,Così anch’io colgo
Strinsi le mani sotto la scura veletta…“Perché sei pallida quest’oggi?”– Perché di acerba tristezza.l’ho ubriacato sino a stordirlo.Come dimenticare? Egli uscì barcollando,con le labbra contratte dalla pena.Io corsi giù senza
È ancora lontana la pioggia,benché il temporale stia scoppiandoalto sulla cruna del lampo, nell’azzurroche scava sotto le nuvolee sulla terra spacca le radici.Io non penso che bastitutta la mia fatica
Abita la Notte nelle cose:ma il cuore più profondo, il seme è d’oro.Bruciano le stelle il firmamentocome lo sguardo i vetri alle finestreche di lontano abbagliano al tramontoe luce e
Vorrei essere una gocciadel tuo sangueper scorrere nelle tue vene, arrivare al tuo cuore,e vedere se c’è scritto il mio nome.
Da un’idea colmaa mille gradiognor ricorrenteineccepibil menteognun sciogliech’in lei cadeQualsiasi formaad essa toglie
Ha un trionfo l’amore e la morte ne ha uno,il tempo e poi il tempo seguente.Noi non ne abbiamo.Solo un declino di stelle vi è intorno. Splendore riflesso e silenzio.Ma
Ditemi, grandi alberi sognanti, a voi non batte il cuore quando amorefa cantar la cicala, quando il solesorprende e lascia immobile nel tempoil batticuore alla tenera lucertolaperduta fra due mani
Ecco: il mondo ora è perfettorotondo, fulgido, maturofrutto d’oro che io ho fatto miopomo che all’interno mi possiedesvela generoso i suoi reamii fasti del silenzio e dei misterichiuso fra le
Vanno tenendosi per manoe guardandosi negli occhigli alberi –i milleocchi della terra –essi guardano soltanto,gli alberinon hanno orecchie –come potrebbero resistereal chiasso degli uccelli?gli alberinon hanno la bocca –cosa potrebbero