Sorbisce dalla scodella del cieloguizzando la mobile lingua del lampoil grande gatto nuvola, ora,tiepido latte di luna. (trad. G. Boccali, Marsilio Ed. 2009)
Ho pensato alla vita di un bambino.Ogni parola, un passo avanti.Ho desiderato volare nel cielo,ogni stella, una piccola vita.Ho pensato a quei tramonti di fuoco,ogni colore, una speranza.Ho chiesto solitudine,ogni
Ignorate gli amici disprezzate gli artistispiriti più profondi riducete involgarite –Dio vi perdonerà: ma non turbatela pace, mai, di quelli che si amano. (trad. E. Mandruzzato)
Facciamo barchette di cartasulla riva del mare,ma il dinosaurosta per ghermirci.
Il bimbo era lì(povero vecchio consunto) Con negli occhi lo stupore D’essersi ritrovato In panni odorosi di tempo Senza erba tra le mani Senza fiori tra i capelli.
In un luogo sperdutoche è la mia memorias’accampa un Dio sconosciuto.Attende un aureo cantoe non cerca alcun cielo,Cosi io cerco tèche sei il mio ricordo.
Il tempo che tu non ci seidiventeràuna cornice vuotache mostratutta la miseriadel muro.
Mio Dio,sono stanco:stanco di vedere le ossa sporgentie gli occhi spenti dei bambini che muoiono di fame,stanco di vedere i vecchitristi e abbandonati,stanco di guerre, violenze,intolleranza, incomprensione,tradimenti, ipocrisie, disprezzo e
Questo è il poetaun colino per lasciarpassare il succoscartando scaglie
Albero piccolo ma tenace è il melograno,con i frutti appesi, pare quello di Natale,un fedele gendarme arrossato messodi sentinella al capolinea della stagione,le foglie arrotolate come caramelleche con poco vento
Settimo piano, una stanzasi trovavanoparlavanosi scontravano per resistersie poi dormire insieme,a tende chiuse.Settimo piano, una stanzaio crocifisso al muroper tuo desideriosono ancora chiodoe penetro gli occhii segretiil muro.Settimo piano, una
Io pianger su questaanima verdedei campiquand’essa fuggireincalzata dal sole.Tutto fluire;la luce, di pioggiae non pioggia;la vita,nel suo divenire.
«Anticherie del passato»recita l’insegnadi un negozietto antiquariale:offre scorie di storiasenza più identità.I crittogamici hanno uccisole ortiche, l’esistenzasi è fatta indolore:senza tremore,non sono reattivo,non vivo.Sembra già coperto di polvereanche il futuro
Quattrocentocinquantamilioni di anni non basteranno ad eliminare il ricatto del nostro amore disilluso.Un miliardo e cento milioni di giorni scorreranno prima che il nostro spirito ritorni alla luce primigenia.Milioni di
Gialla di stoppiel’assalel’interminata pianura;la spossa un canto fermodi cicaleinvisibili.Con l’orticello-giardino,il cespo delle rose rampicantie i penduli gerani a un davanzale,pure l’ostentaun sorrisoall’accelerato che sosta.
In onore di Alda MeriniMilano, 21/03/1931-1/11/2009 Io sono ormai il liuto di Dioe canterò le sue canzoni d’amore.Malgrado non conosca la musica,le mie mani suoneranno per luitutti gli spettri
Sono andato al mercato degli uccelliE ho comprato uccelliPer teamor mioSono andato al mercato dei fioriE ho comprato fioriPer teamor mioSono andato al mercato di ferragliaE ho comprato catenePesanti catenePer
Evocar le immagini supernele Madri, telluriche e assassinele forme primordiali di creazionesulle rive delle acque prenatalisempre più vicineche scorrono possenti nelle venee ricordare i miti del profondodetti senza inizio e
Impasto di ossa sangue cervelloquesta terra che bestemmia amore,questa terra impasto di dolore.Pesano le scarpeil vestito la pellele membra,l’empio scempiodella prima innocenza.Scorre la lingua assetatasul filo d’erba riarsocercando parole da
Romadi carne e pietrafollia e squalloreriso e oblioNell’ombra delle sue strade notturnedorme il sogno antico:Luminosità dall’oscuritàII sole esplodesu piazza del Popolo (trad. D. Abeni, Mondaori 2000)
In amore sei grande.Hai coraggio.Io sono timoroso a ogni passo.Non ti farò del male,diffìcilmente però potrò farti del bene.Sempre più mi sembracome se in un boscosenza sentiero mi conducessi tu.Tra
Chiude l’arcobalenola mia vita tradita, sconfitta,ponte infinitoteso all’infinito.
Verdeggionel tempo che inaridiscoNel piacere soffro ogni tormentoRido piangendoIl tuo caldo amorele mani mi gela
Beato, come gli dèi, mi sembraquell’uomo, che seduto di fronte ti ascolta da vicino mentre parli dolcementee ridi suscitando il desiderio di te.A me invece tutto questofa balzare il cuore
Alla perla preziosache allieta e riscalda la mia vitain questa nuova etàche sì teneramentesorride, ci accompagna,prendendoci la manoe ci conduce,nuova cometa, verso il misteroche si fa chiaro nel domani…
Oggi in questa notte, insonne e abbandonato,Tra i raggi lunari, spinto da un soffio strano…Non so come a Ravenna mi son ritrovatoE ho visto ciò che da tempo sognavo invano.Le
I dolori della rosa s’ accrescevano.Attorta in un campo di malerbe, la rosa indifesaprovò la brezza del paradiso una sola volta, poi spirò.I bimbi piansero: «Oh rosa, ritorna.Ti vogliamo bene,
Freschi eventigiungono al mio pettoDi dolci fioriodorepenetra in mePensieri germoglianodoratie come nettaresanguinano goccesul sospiro della luce
In mia vitaho appreso con vigoregioiosa certezzadel mio amorefreschezza Esseree abbracciare TeovunqueMa so che germoglio di vitacresce insiemea germoglio di morte Or soggiacela mia corporalitàal costante divenire della vita Sangue