Ho bisogno di questo colore di mare. Ho bisogno di questo dolore sulle pietre.
Nera e bella sorride e non parla. Va coi suoi figli al petto e per mano e il suo vestito africano disegna forme regali
Mangiato dalla nebbia affogo nella cecità di chi formica s’erge a saggio
Sul muro del convento c’è una piccola nicchia chiusa da una finestrella. Qualunque madre può aprirla
Ho trascorso la vita a salire e scendere scale, per abbracciare e sorreggere, per essere abbracciato o sorretto.
Ho nel palmo il mare E stringo il guscio di questa noce come fosse una barca perché ho nel palmo il mare
Non c’è posto per Jim Crow sui cavalli della giostra. Sui cavalli della giostra?
Una volta forti, con lo sguardo vivace;a volte, l’espressione astuta,un poco invadenti oppure illusi,
Estate:caldo, zanzare e stress,e il popolo cerca riparo tra gli scogli.Mentre i parlamentari
Sono sostenutodal caldo fiatodel mondo nuovoch’alimenta amorgiammai soffocato
Nel crepuscolo di mia vita il sole alle spalle la mia ombra sempre più lunga va oltre la mente
Solo ho amica la notte. Sempre potrò trascorrere con essa D’attimo in attimo, non ore vane; Ma tempo cui il mio palpito trasmetto Come m’aggrada, senza mai distrarmene.
per caso mentre tu dormi per un involontario movimento delle dita ti faccio il solletico e tu ridi ridi senza svegliarti
Dietro la curva la ritrovo, ancora c’è, la casa, non crollata, bruciata. E vecchia più di me,
È così facile riaverti? ritrovarti anche dopo l’abbandono dopo che ti ho derisa, che ti ho detto odiosa, e che imputavo a te la grazia mancata di ogni carezza e
Con una fronda di mirto giocava ed una fresca rosa; e la sua chioma le ombrava lieve e gli omeri e le spalle.
Oggi il tempo si ferma i sogni si dileguano mescolati alla pioggia e da questa vita cadono i petali più belli,
Togli le foglie che nella fonte cadono intorbidando la trasparenzadell’acqua. Affonda le mani nella corrente, immergi la faccia e bevila.
Cangiante nostalgia di variopinte iridescenze di Me truccati di bagliori di Sole…
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo
Gesso,gesso sono io e il mio corpo. Una punta diVetro incide il suo nome:Esperanza.
Volo nel buio oltre lo spazio, seguendo la luce di una stella.
Non passeggia più Sul davanzale Né sulla ringhiera Né ondeggia all’apice del ligustro
L’oro del grano cullato dal vento il sole che penetra furtivo tra i rami l’odore dell’erba falciata un carro trainato da un bue
Il profumo della notte fa vibrare l’anima e solleva molecole di colorate emozioni
Occhi del Tempo per poter guardare il nostro piccolo mondo nel corso di un sentimento
Seduto su un fusto di palma portato dalla mareggiata col cellulare all’orecchio
Ti parlo così piano come un luccichio e fioriscon le stelle sul prato del mio sangue Nei miei occhi è la stella del tuo sangue Parlo così piano che la