Ancora una nottee dopo la luce del tuo corpo,il sorriso dei tuoi occhirisucchieranno il mio sguardo,e la voglia di te si placheràin mille abbracciin mille baci,e berrò dalla tua fonteper
La paura nell’ariaad ogni angolo di strada le sentinelledallo sguardo incendiario vegliano.In ogni casa ci si affrettaa cambiare le serrature delle porte.Ed in ogni coscienzaribolle la paura di ascoltarsila storia
Furtive, le ultime ombre della nottesi diradano con cadenzata lentezza…chiara l’alba si levasul mare calmo e addormentato.Impercettibili fluttilambiscono la scoglierae in lontananzasi accende l’orizzonte.Con tenui sfumatureavanza il giorno:salmastri profumiriscuotono il
Vecchio violoncelloannerito dal tempoe accantonatocome una cosa inutileora sei come un fiumedi voci imprigionatedi carezze repressesei come un nido abbandonato…Ricordo il nonnoche ti stringeva a séper eseguire “il Cigno”tutta la
L’espressionismo (ch’altri chiama ‘fuoco’)s’attenta a disegnare su ogni voltola Vita che non si compone. Notte.Ciocche di capelli nel buio delleparole. Ritmo di vento sull’ossadei cerri. Vi amo, amici persidai gusci
Abbiamo costruito un amoremutocome lo sguardodel vecchio ossutonel cappotto militare,ma tu saiche vuole un sorriso.Abbiamo costruito un amoreessenzialecome un disegno di Lautrec,ma tu saiquanto cuore c’è dietro.Abbiamo costruito un amorescarnocome
Su questo granello dell’Universoc’è chi odia anziché essere indulgentechi uccide anziché amarechi vuole la guerra anziché la pacechi distrugge anziché proteggerechi arraffa anziché elargirechi delira anziché ragionare…e i saggi animali
Per quattro soldi tutta la settimanaDeperire, affannarsi e trepidare,Ogni sabato con la moglie befanaSu un boccale abbracciati sonnecchiare,La domenica sull’erba non più verdeRecarsi in treno, stender la coperta,E di nuovo
Dolci o irritanti,sincere, semplici ed intriganti,parole costruite su misura,parole messe in ordine di comodo,parole usate, e ripetute,nenie solfeggiate,giochi di parole,parole che uccidono.Sono solo parole:per presentarsi, imporsi.Milioni di paroleper codificare alcuni
Tra la cenerevecchi cocci sparsiumidi, ammuffititizzoni di legni arsi,resti di tegole scrostatecorrosi dal sole cocenteraschiati dal tempo…sembrano esserequei sentimentispazzati dal vento.Sotto la pioggiabattente, copiosauna mano si chinasola, speranzosa.
Gli alberi caduchi,dalle foglie si liberano.Un anno di sole e di pioggiaPorta via il vento.E di nuovo tornerà la nuova fogliaA ricordare che nulla muore…
In qual luogo crollano l’emozionidi poi aver generato le passioniV’è di lor ricordo vivoin intimo punto profondoe nulla al ver va diminuendo
Un tempo creaiil verbo sempreil verbo maiFu in quel momentoche il tempo inventatorese quasi nullamia mente fanciulla
Addestrati dagli uominii cani assassiniringhiano e mordonoper una ciotola colmae ossa da spolparee una lode.Addestrati dagli uominii cani servilileccano la punta degli stivalidi chi li affama e deforma.
Autunno di stellefra gli abbracci dei nostri corpiconsumatie il morbido allentarsi dei nervilogorie baci teneri con le bocche maturedi attese.L’assenza luminosa dello sguardoti riconduce a me predestinatoe intero,fiorisce sul mio
…e poi i fuochiannebbiarono tutto.e gli spari…la gente fuggiva nelle maceriee il sangue caldo sulle fredde pietree le preghieree poi i morti e le lacrime dei vivie le vesti lacerate…e
Nelle mie mani macchiate di arroganzaNon riesco a leggere la linea del tradimentoEppure i miei occhi sono prontiHanno scavato oltre l’orgoglio,fino alla perdita del SéStringertiPer riconciliarsi con l’infinitoLe mie mani
II pellerossa con le piume in testae con l’ascia di guerra in pugno stretta,come è finito tra le statuinedel presepe, pastori e pecorine,e l’asinello, e i maghi sul cammello,e le
Chiudere gli occhi e vedere l’universo;mentre il silenzio fa scoppiar la mentee manda, come stelle, in aria i miei ricordiche cadono poi senza nessun rumore,perché privi di peso come quando,non
Quando il Signore pronunciò il suo fiat,volle il sole perché ad un cenno suorecasse un lume intorno al nostro mondo,come un’ancella, in ordinato cerchio,desiderando che ogni creaturasi volga intorno a
Un povero – ero io stesso –un dì le ha chiesto:“Che mi darà, signorina, dei suoi preziosi beni,chiusi nelle labbra rosse e nei bianchi seni?”.Sulla strada c’è fangoe il cuore
Non sei più il mio signore, perduto tra gli stracci addormentati. Tu eri un semi-dio,
Il mare di settembre è trasparente il sole lo attraversa e disegna
Dei Capuleti e dei Montecchi le magioni, Slavate dalla pioggia, squassate dai tuoni, L’occhio triste dell’azzurro osserva.
Il bello della vita è di esserci ancora. Svegliarsi la mattina e veder l’ aurora.
Aliti di vento si alimentano. In un istante improvviso un fresco contatto ormai inatteso.
Ereditare il vento è seduzione mentale. Eccomi, ti sfido. Slega la fune che stringe la gioventù.
Noi conoscitori dell’universo, interpreti delle stelle, creatori della comunicazione, assemblatori della chimica,
Gli occhi piccoli non mentono mai Non possono Si eclissano in un dardo arroventato In un calice di vino aromatico