Non aspetto più roventi lave sgorgare dalla bocca del cratere.
Me e la mia lavagna quando di buio fa la mia pelle e niente di dentro è a rendermi d’essenza
Terra, silenziosa terra, terra di silenzio, dalla pelle bruciata, dalla nuda statura, Hiroshima, perdonami.
Un mazzetto di nubi: spunta il braccio d’un astro fra i merletti del cielo.
Una finestra mezza aperta mezza chiusa. Una finestra mezza coperta mezza scoperta.
Amore mio lontano, la mano che raccoglie questa lettera indugia sui suoi bordi sigillati,
Luce serale del paese dello zafferano, Quiete le rose corrono nei campi.
Ecco, un’altra notte senza te. Una notte senza sospiri. Silenziosa e ferma.
La civiltà pirata ti ha ridotto in questo stato, vecchio cencioso
Quando la terra comincia a tremare all’improvviso in un’ora qualunque del giorno o della notte,
Calda e serena la notte. Nuvole lievi sfiorano lentela luna piena che placida
Osare Scrivere il mio rumore A chi parli vecchio mio?
La poesia che segue è stata pubblicata con il titolo “Armonia nel cielo”
Quel giorno di giugno anche i rami si sono alzati in volo come uccelli.
Se ne vanno nella nebbia un contadino storto E il suo bue lentamente nella nebbia d’autunno
L’uccello s’è impigliato tra i rami batte le ali di un antichissimo canto
Il tempo non ha più il suo freddo mantello Si è adornato di luce e calore
Avevo paura di affrontarmi, così il muro d’ombra si alzava tra me e me,