Ho acquistato la mia vita barattando corone per catene,
La vita, uno spettacolo. Si apre il sipario gli attori interpretano se stessi.
Un avamposto di pietra m’era cresciuto nel petto come dolre di un altro che s’infila
Nella città lontana tu rivedi la nostra allegra vita. Ti ricordi, che gioia il tuo canto, e come t’ammirava
Ottobre, e subito un grappolo d’uva con le rondini partite e noi ancora qui.
Ho tanta fede in te. Mi sembra che saprei aspettare la tua voce in silenzio, per secoli
S’avvia tra i muri, è preda della luce….. forse eri tu, ora è un’apparizione o forse è tutto ciò che non ha pace
Lo spiraglio dell’alba respira con la tua bocca in fondo alle vie vuote.
II verso è una colomba alla ricerca d’un nido, schioccando apre le ali per volare, per volare.
Quando tu sarai vecchia grigia e sonnolenta Col capo tentennante accanto al fuoco,
Riempi la terra e il cielo dai ali ai miei pensieri doni chiare illusioni al centro della mia realtà.
Parole d’amore affidate ad un foglio di carta destinate ad un nome mai rivelato
Rumori assordanti, ricordi e noie assalgono confuse vite indifferenti attorno
Non c’è segno nel volgersi lento dei cieli, il dialogo non muta.
È partito per sempre nel silenzio, un amico condivisa passione per un linguaggio antico
Nell’irrealtà reale come una cicogna sguazzo. Dormi Beatrice. I sogni accertano
La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda,
Allora cantò Sengàl le lodi dei profeti che vedono il passato e disse: abbiate fede perché un solo
Furono rose, tante, mai viste nel loro spuntar da terra, coltivate sotto vetri di serra, come fossero insalate preziose e
La mia scrivania. Due foto, mamma e papà. Lei le nozze di rubino, lui un compleanno.
In ombra la memoria, – negandosi al ricordo oltre il cristallo dell’anima – rese specchio il presente.
Mano della carezza: che fruscio nasce dal tuo tocco, dal tuo scendere sulla guancia inclinata a riceverti.
Saprei oggi quali strade percorrere Con le mie scarpe consumate E le tasche vuote.
È molto più facile distruggere che costruire non essere che essere
Cresciuto all’ombra di superstizioni hai conosciuto la luce discreta dei saperi di tutti