Il cammino accompagna l’uomo lungo il giorno.
Sui cespugli aumentano gli squarci delle nubi sfrondate. Il giardino ha piena la bocca di umida ortica:
Sui volti la pioggia compone di note righi che il pianto cancella,
Temeva più per la sua bambola che per se stessa: a una certo momento le coprì gli occhi perché non morisse
Sognando Il tuo viso è il mio canto d’autunno, il brillio dei tuoi occhi sono gocce sull’orlo delle foglie.
Non scordarti di chiudere la finestra prima di uscire non scordarti di chiudere la porta a chiave
Il vento cala e se ne va lo stesso vento non agita due volte lo stesso ramo di ciliegio
Potresti anche telefonarmi e dirmi in un soffio di vita che hai bisogno del mio racconto:
Avevi pioggia e sole, per questo amore già scritto. Letta la premessa e qualche brano hai chiuso il libro
Terra rossa terra nera, tu vieni dal mare, dal verde riarso, dove sono parole antiche e fatica sanguigna
Osservo fedele un’antica usanza Anche in una terra a me straniera: Lasciare libero un uccellino
Non volli. Non volli dirti nulla. Nei tuoi occhi vidi due alberelli pazzi.
Era l’alba su i colli, e gli animali ridavano alla terra i calmi occhi.
La menzogna ha corrotto fino all’osso gli abitanti della terra. Fraternità è parola vuota,
Disegni sulla pelle, disegni nell’animo, simboli o memorie, l’ago imprime
Mare di sabbia stringevamo tra le mani, da correre a lungo senza fiato
E se dicessi che non aspetterò! E se spalancassi il cancello di carne
La chiarezza nessuno mai la vide, e ciò che dico sul tutto e sugli dèi