Castelli Romani: un territorio che al buio rivela il meglio di sé
I Castelli Romani, bistrattati e amati, non a torto, soprattutto da chi ci abita da generazioni, danno il meglio di sé quando cala sera. Specialmente adesso che l’aria avrà l’occasione di essere mossa da qualche venticello fresco visto che la calura estiva, quella più accidiosa, permane sul Paese.
Al buio si notano le sagome discrete dei centri storici punteggiate dai lampioni; si godono le sagome dei laghi perlopiù buie perché, anche se con difficoltà, si è riusciti finora a sottrarle alle brame edificatorie. Dall’alto, da più di qualche terrazzamento, si gode lo sfavillio della Città Eterna o s’indovinano le sagome dei monti nere all’orizzonte. Si percorrono le strade che fanno dei paesi castellani un unico grande paesone, ma al buio i tratti di bosco, le ville storiche, i giardini riacquistano senso facendo sembrare che ancora esista una soluzione di continuità fra paese e paese, simile a quella rimasta, nemmeno tanto flebile, nei tanti dialetti che ancora ci distinguono.
Si perdono, irrimediabilmente (e per fortuna) le altre chicche del momento: la spazzatura in ogni dove incrementata, anzi, nell’estate in cui siamo stati ‘tutti più italiani’, disseminata ovunque, tanto che sarà difficile anche ritirarla e smaltirla, lasciata dai locali o dai gentili visitatori giornalieri. Lo spazzamento quotidiano, siamo convinti che gli amministratori facciano del loro meglio (eppure forse è poco), è una pratica sconosciuta in più di qualcuna delle nostre cittadine; le strade letteralmente lasciate lorde anche da eventuali amici degli animali che non s’accorgono se il loro cane ha un problema intestinale. Le strade, con la presenza di tanti uomini e animali andrebbero lavate, almeno una volta a settimana. Sarà tanto difficile raccogliere in cisterne l’acqua piovana per questo scopo? Si faceva nei paesi fino a qualche lustro fa, e la pulitura delle strade con l’acqua, al tramonto, portava anche un piccolo refrigerio dalla calura estiva. Le strade, le stesse che percorse di notte, a bassa velocità, regalano un’idea di libertà, restano, qualunque amministrazione passi da queste parti, disseminate di buche e rattoppi peggiori delle buche, dove, quando si cerca di essere in tempo da qualche parte, si rischia seriamente la salute della colonna vertebrale.
Per non parlare delle ville e dei giardini visti di notte che di giorno, oltre a mostrare i segni della siccità, nascondono a mala pena mesi di mancate spazzature, assoluta mancanza di sostituzione delle piante morte, nessuna cura, o quasi, per gli alberi, Ci sono poche risorse è il mantra, assieme anche al fatto però che tutto, attorno, grida che c’è anche poca voglia. Per fare le cose occorre speranza, sentimento duro da reperire di questi tempi eppure se non ce la si dà da soli è difficile che arrivi…anche con più risorse. Darebbe speranza vedere tutto più pulito e fresco anche se servisse d’istituire corsi per quella cittadinanza che non sa dove stanno di casa né la raccolta differenziata, né il rispetto dei beni comuni, né una dignità che non è solo di facciata, ma parlerebbe di come siamo fatti dentro.
Qui pare di capire che non è più una questione di eventi contrari, di sfortuna: bastiamo già noi a volerci un bel po’ di male da soli. Ai Castelli Romani, quindi, meglio guardare tutto da lontano, possibilmente al buio? (Serena Grizi) – immagine web
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