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CASTELLI ROMANI DA BORGHI STORICI A PERIFERIA: QUALE FUTURO?

CASTELLI ROMANI DA BORGHI STORICI A PERIFERIA: QUALE FUTURO?
Febbraio 02
08:29 2020

Si è tenuta venerdì  31 gennaio 2020, dalle ore 17.30, presso Palazzo Giacci in Rocca Priora, la conferenza “CASTELLI ROMANI DA BORGHI STORICI A PERIFERIA: QUALE FUTURO?” Organizzata dal Consorzio SBCR, dalla Biblioteca comunale di Rocca Priora e dal Comune di Rocca Priora, presenti il mondo istituzionale nazionale e locale, tecnici e professionisti. “Iniziativa di riflessione culturale” che coinvolge tutto il territorio dove il tema dell’abusivismo è stato visto sotto la problematica tecnico-legislativa. La continuità tra Ciampino, Frascati, Grottaferrata e Roma prevede una “sorta di continuità urbanistica” e lo sviluppo sostenibile, dove i Castelli Romani devono mantenere la loro tipicità: caratteristiche ambientali-paesaggistiche. Emerse varie “parole” quali sviluppo e carenza di servizi, viabilità e invivibilità, consumo del territorio, condono, sanatoria, abusivismo edilizio, Procura, Regione, strategie, difficoltà sociali, danno ambientale, sviluppo indiscriminato, danno in prospettiva, problematica, rassicurazioni, investimento famigliare, certezza a chi casa non l’ha, stabilità. I “Castelli”, le periferie e Roma: i Colli Albani hanno subito “un’aggressione urbanistica” che ha portato: consumazione del suolo, inquinamento (qualità dell’aria, polveri sottili), carenze di politiche sostenibili, rifiuti e altre criticità. Tutto ciò ha minato “l’ambiente storico/paesaggistico”, comportando un “inquinamento socio-culturale” del territorio. La valorizzazione e la conservazione della Natura (miglioramento della qualità della vita) e dei beni culturali. Emersa la prospettiva di evitare che i “Castelli” diventino la periferia del Comune di Roma, mantenendo le loro peculiarità che li caratterizzano che sono: periferia romana e caratteristiche proprie, dove sulle questioni cruciali (lavoro, sanità, ecc.) si dipende da Roma e il “pendolarismo” copre ogni settore. I “Castelli” comunque mantengono la loro identità, le ricchezze ambientali e archeologiche, nonostante la speculazione che ha inciso su questo territorio. Pianificazione intelligente e qualità (vita, lavoro, ambiente, rapporti personali di tolleranza), contrasto ai cambiamenti climatici tramite un contributo utile. Emerso anche il rapporto tra elettori, rappresentanza, istituzioni e democrazia, dove spesso si decide sulla contingenza e non sulla pianificazione che ha a che fare con la comunità. La differenza tra centro e periferia c’è sempre stata, in relazione al reddito e alla qualità della vita da dove emerge la differenza tra periferie, periferie estreme e povertà di servizi. Aspettative di vita quindi tra “provincia”, centro e periferia, risanamento delle stesse e “fare comunità”. Emerso il rapporto tra pubblico/privato, tra territorio e lavoro, tra Enti e funzioni, tra risorse e tutela ambientale,  tra edilizia e economia, tra territorio locale ma anche nazionale, l’etica, le opere utili e inutili, la spesa pubblica nei rivoli giusti, più “inflazione” nelle costruzioni che implica minor “valore nominale”, il futuro delle Comunità Castellane, l’accessibilità al territorio da parte delle imprese, il “ritorno al costruito” e l’idea di futuro. Governare non è facile, soprattutto in ambito della pianificazione che ha come tema il consumo del suolo e la valorizzazione degli spazi. I processi in corso che intaccano i “Colli”, gli strumenti urbanistici, la tutela dell’ambientale, il piano strategico, il modello ideale, i servizi di scala vasta in una visione strategica, gli interessi e le necessità individuali e comunali, la perimetrazione, la pianificazione, le varianti di recupero che tengano conto di valori dal punto di vista del paesaggio e della biodiversità, disegno di priorità, il Parco come fattore anche economico, amministrare con visione generale, condivisione con la comunità, capire le problematiche, rispetto delle radici, rapporto tra ragione, urbanistica e città, “l’idea di Paese e di città”, capacità di controllo, “l’Italia solidale”, il rapporto delle amministrazioni e le risorse da redistribuire, il servizio pubblico, l’impiego pubblico/privato, il welfare, la remunerazione dignitosa, il rapporto tra liberalismo e intervento statale, i servizi sociali efficienti, mondo ideale e mondo reale, comportamenti individuali, sociali e altruistici. Quindi riunioni, analisi e “ricetta” (discorso programmatico), recupero dell’esistente, rigenerazione urbana, mettere in moto l’edilizia in senso positivo. C’è un’Italia che lavora e fatica,“Il sonno della ragione genera mostri” e la storia che si apre e che si chiude.

Foto: dipinto raffigurante Palazzo Giacci posto all’interno dello stesso.

 

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