Castelli nuovo habitat selvatico: la politica verso un rappresentante antropomorfo?
Che secondo alcuni non ben definiti esperti il Lago Albano, i Castelli, cittadine come Frascati o Albano siano da sempre habitat dei cinghiali è una delle più belle fole, per non dire altro, ascoltate negli ultimi, almeno, trent’anni. A livelli di comparazione bruta supera quasi l’altra nota nebbia dialettica delle ‘convergenze parallele’ escogitata in altra epoca, ad altri livelli.
Non avere i fondi o le capacità necessarie, rendersi conto di essere ben poca cosa rispetto alle risposte che la natura adopera a fronte dell’aumento delle temperature, dell’incuria per non dire della sporcizia disseminata da cittadinanza incivile sul territorio (e mal raccolta da chi se ne occupa) che invita animali d’ogni risma ad abitarci vicini, non è giustificazione a questo stato di cose.
Gli animali, per loro conto non hanno responsabilità. Se decidessimo di viverci ‘gomito a zampa’ si potrebbe fare, basterebbe vaccinarsi prevedendo futuri prossimi spillover, mettere dei para-caviglie per non essere graffiati o morsi e organizzare paraurti giganti alle auto per non finire all’ospedale con tutta la famiglia, (chissà se con un’invasione di serpenti o topi diminuirebbero sensibilmente i locali difensori della wilderness cittadina). Ma che l’incapacità di gestire, o anche solo di ragionare lucidamente, debba ammantarsi di sguardo scientifico o animalista è assurdo. In ordine: un adulto in città potrebbe sapersi difendere da un qualsiasi animale imbufalito perché secondo il suo sacrosanto istinto gli si ostruisce il passaggio, un bambino e un animale domestico forse non saprebbero farlo. Molti cinghiali finiscono sotto le ruote delle auto e di altri mezzi e non è una svolta piacevole per le loro carriere selvatiche in questo loro, storico addirittura, habitat castellano.
In realtà, proseguendo sulla rotta ormai quasi incontrovertibile del conformismo ‘culturale’ si potrebbero mettere a disposizione di questi animali inviti gratuiti per coinvolgerli in vernissage e passeggiate guidate fra le bellezze archeologiche annunciandolo freschi e sorridenti sui social. Gli ungulati se ne andrebbero per qualche ora al fresco dei musei smettendo di passeggiare nei centri abitati ad ogni ora del giorno e della notte, sul lungo lago dove sono diventati un discreto branco e dove, a quanto pare, piacciono anche a loro gli asciugamani e le merendine (ieri avranno ‘finito scuola’ anche i loro piccoli, vien da pensare sulla scia del conformismo antropomorfo disneyano). Eppure, a differenza delle nostre cittadine che perdono connotazioni, nei nostri boschi – è cronaca quasi quotidiana – le persone si smarriscono frequentemente ed è quello l’habitat, eventualmente, degli animali. Ancora sulla scia dell’antropomorfismo da cartone animato (politicamente corretto e sentimental-natalizio) s’immagina che una cattiva gestione della vicenda potrebbe prima o poi portare nella competizione partitica un rappresentante animale, a tutela d’una posizione di cittadinanza acquisita. O no? (Serena Grizi)
Nell’immagine web: Pumbaa, facocero Disney
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