CASTEL GANDOLFO PRESENTATO IL LIBRO CARA MAMMA CARO PAPA’… LETTERE DALL’ALBANIA 1940
L’incontro con l’autrice del libro “Cara mamma, caro papà…Lettere dall’Albania nel 1940” è avvenuto ieri 28 marzo nella Sala Consiliare “Marcello Costa” del Comune di Castel Gandolfo. Subito dopo i saluti istituzionali dell’ Assessore alla Cultura Francesca Barbacci Ambrogi e la lettura della relazione del prof. Aldo Onorati, a cura di Alfredo Piacentini, Rita Gatta ha catturato l’attenzione di tutti i presenti illustrando il suo ultimo lavoro., affiancata da Alfredo nella lettura di alcuni brani del libro e con l’intermezzo musicale di Paolo Valbonesi.
Un testo di grande valore, storico e affettivo, che ripercorre con perizia un periodo buio del nostro Paese. Luigi Giansanti è un giovane soldato, partito nel gennaio del 1940 per il fronte greco – albanese e lì caduto il 16 novembre dello stesso anno. Le sue lettere alla famiglia di Rocca di Papa, conservate per anni in un cofanetto di legno e affidate alla scrittrice un paio d’anni fa, sono state da lei rilette con cura, trascritte e commentate nel libro presentato stasera.
Il paziente lavoro dell’autrice mette in luce la situazione storica del periodo in Italia e in Albania e la quotidianità precaria di Luigino, come sarà affettuosamente chiamato, che con i suoi amici commilitoni è chiamato a combattere una guerra sanguinosa e profondamente sbagliata. Ma esistono forse guerre giuste?
Nelle lettere di Luigino ai genitori e ai suoi familiari si fa cenno alle esercitazioni militari e al desiderio di ritrovarsi con i suoi cari; vi è qualche riferimento alle condizioni di vita e alla gente del posto. Il giovane soldato è ottimista e speranzoso, pieno di sollecitudine per la sua famiglia. Continuamente, scrive loro di non preoccuparsi: lui sta bene, i suoi superiori e gli altri ragazzi mostrano affetto nei suoi confronti ed è certo che presto ritornerà a casa in licenza. Ma saranno l’esercito e l’aviazione greca a fermarlo a Kani Delvinaki, dove Luigino morirà nei primi giorni di guerra nel novembre del ’40.
Un telegramma letto tra la commozione dei presenti, informerà la famiglia della sua morte e soltanto nel 1954 i suoi parenti potranno dare sepoltura al loro amato figlio e fratello.
Il merito di Rita Gatta risiede non soltanto nella trascrizione delle lettere di Luigino e nel suo personale commento: Rita accompagnerà il ragazzo fino all’ultimo giorno, standogli accanto, immaginando i suoi ultimi istanti, immedesimandosi in lui, nella convinzione che soltanto la memoria dei posteri potrà ridare giustizia al sacrificio di Luigi e di tanti, troppi ragazzi come lui caduti in guerra.
Oltre questo, che rappresenta l’anima del testo se vogliamo, vi sono minuziosamente descritti i luoghi e le vicende del periodo; le persone che hanno conosciuto Luigi e i componenti della sua famiglia. La ricerca e i dati trascritti dall’autrice, sono frutto di un lavoro certosino, come è stato descritto questa sera da alcuni intervenuti che ne hanno lodato l’intento e la bravura.
La commozione suscitata durante la proiezione e la lettura di alcune parti del testo fanno riflettere e invitano a rendere onore a tutti coloro che hanno vissuto un periodo tanto doloroso e tragico, attraverso il ricordo e, si spera, la conoscenza di ciò che è avvenuto.
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