Caso Eluana – “Il rispetto della vita umana in tutte le sue fasi”
È comprensibile e toccante dal punto di vista umano la delicata situazione che vive il padre, da 15 anni al fianco della figlia che si trova in stato di coma e per questo non si può condannare qualsiasi tipo di richiesta che da esso possa provenire. Siamo convinti che un’adeguata e continua assistenza, anche psicologica, in grado di alleviare il peso della condizione che, attualmente, grava sui familiari possa influire positivamente sulla sostenibilità di questo tipo di situazioni. La priorità della vita va ribadita con forza, ed è preminente rispetto a qualsiasi considerazione. Il medico è l’unico operatore sociale in grado di decidere, a ragion veduta, sul proseguimento della vita di una persona valutando con la massima attenzione ogni singolo caso senza imposizioni che derivino da sentenze o da eventuali disposizioni di legge. D’altra parte risulta estremamente arduo in questo caso richiamarsi, come è stato fatto, alle convinzioni etiche di una persona che in giovanissima età è stata vittima di un incidente stradale, perché non erano, in quel momento, un vissuto reale. Di sicuro, la sentenza della Corte di Cassazione potrebbe rappresentare un primo passo di apertura verso forme Eutanasiche nelle quali il fondamentale diritto alla vita del malato viene calpestato e pertanto confidiamo che i prossimi pronunciamenti dei giudici possano correggere quest’ultima sentenza.
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