Carolin Widmann e Denes Varjon in Schumann e Debussy alla iuc sabato 16 marzo
Carolin Widmann, esponente di punta delle nuove generazioni di violiniste,
in musiche del primo Novecento e in due Sonate di Schumann,
l’autore che le ha fatto vincere i più ambiti premi discografici
Carolin Widmann è una delle più note esponenti della nouvelle vague di giovani violiniste che stanno insidiando lo storico primato degli uomini in questo campo . Sabato 16 marzo alle 17.30 sarà all’Aula Magna della Sapienza per i concerti della IUC, insieme a un pianista di rango quale Dénes Várjon, suo abituale partner in sala da concerto e negli studi di incisione. Presentano un programma che include Debussy e Veress e culmina con le prime due delle tre Sonate per violino e pianoforte di Schumann. Proprio con i loro cd con musica di Schumann, pubblicati da un’etichetta cult qual è la ECM, questi due artisti hanno vinto una ricca messe di premi, che comprende gli ambitissimi Diapason d’or e Premio della critica tedesca per la migliore incisione dell’anno.
Con questo concerto la IUC prosegue l’esecuzione pressoché completa della musica per violino e pianoforte di Robert Schumann nel corso di questa stagione. Le sue due prime Sonate per violino e pianoforte furono composte nel settembre e ottobre del 1851, la prima in cinque giorni e la seconda in una settimana, sotto l’impulso del sacro fuoco con cui il compositore tedesco creava la sua musica. Vi si ritrovano gli slanci ardenti e gli improvvisi ripiegamenti, gli impeti e le tenerezze, le introspezioni psicologiche e i sogni fantastici che caratterizzano il più romantico dei compositori romantici. Anche qui sono presenti Eusebio e Florestano, i due personaggi fantastici che Schumann aveva immaginato per rappresentare la sua duplice anima: il primo malinconico e introverso, l’altro appassionato e impetuoso.
Di Claude Debussy si ascolterà la sua unica Sonata per violino e pianoforte, scritta nei cupi anni della prima guerra mondiale: il suo contributo alla lotta conto la Germania fu il rifiuto di ogni influsso musicale tedesco e il ritorno ideale al secolo d’oro della musica francese, quello dei clavicembalisti del Sei-Settecento. La prima esecuzione ebbe luogo nel 1917, con Debussy al pianoforte, e quella fu l’ultima apparizione in pubblico del compositore, che sarebbe morto qualche mese dopo.
Sándor Veress è considerato il più significativo compositore ungherese della generazione successiva a Bartók, di cui egli seguì l’esempio, andando però ben al di là dell’imitazione. La sua esistenza, segnata dalle guerre e dalle dittature, è stata contraddistinta dall’isolamento e questa è la ragione per cui la sua musicaa non ha avuto molta considerazione fino ad ora. La Sonatina per violino e pianoforte fu composta a venticinque anni, nel 1932, ed è una delle opere più riuscite dei suoi anni giovanili, in cui, tra gli evidenti influssi di Bartok e della musica etnica ungherese, si avverte una nuova personalità sbocciare.
Carolin Widmann, nata a Monaco di Baviera, svolge una brillante carriera internazionale, che la vede ospite di grandi festival come quelli di Salisburgo e Berlino e delle migliori orchestre, tra cui Gewandhaus Orchester, London Philharmonic, Orchestre National de France, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Tonhalle-Orchester di Zurigo, Czech Philharmonic di Praga, Vienna Radio Symphony, BBC Symphony, Stockholm Philharmonic e Orquestra Sinfonica do Estado de São Paulo, collaborando con grandi direttori quali Sir Simon Rattle e Riccardo Chailly.
La Widmann si presenta in duo col pianista ungherese Dénes Várjon, le cui interpretazioni sono state definite dal New York Times “eleganti, appassionate e sempre di grande impatto”.
Mauro Mariani
Ufficio stampa della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti
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