Caro Babbo Natale…
Per quel che mi ricordo non ho mai creduto in Babbo Natale o nella befana, o nel topolino del dentino; ma ricordo benissimo che sentivo mia madre o mio padre, la sera del 5 gennaio, quando erano convinti che dormissi profondamente, entrare in camera e mettere vicino al letto una federa, non nuova ma di quelle che si usavano settimanalmente. Ed io mi addormentavo felice perché anche per quell’anno avrei avuto un regalo. Sicuramente qualcosa che “serviva” o che “poteva essere utile”, che so, una camicetta, un libro, un quaderno, il primo vocabolario……Speravo, naturalmente, che ci fosse qualche vera sorpresa. Che cosa? non so, qualcosa di non prevedibile. All’epoca, ho già una certa età, si badava al sodo: il regalo era qualcosa che comunque andava comprato, e sempre qualcosa di “utile”.
A quei tempi per i bambini c’era solo la befana, il Natale era una festa religiosa e conviviale. E così ho cresciuto mia figlia in tempi totalmente diversi; tempi dove se non consumavi eri “fuori”; le spigavo il perché di questa mie scelte, lei capiva, ma penso che per tanto tempo, confrontandosi con le sue compagne di scuola, mi abbia non dico odiato, ma detestato. Oggi forse, apprezza di più quello che le faccio passare per “regalo natalizio”. Almeno così mi piace credere. Trovo esagerato, quindi, oggi, sentirsi mortificati, avviliti, umiliati, vergognosi, frustrati, perché non si può fare “più tanto”, non si può scialare…..Sveglia gente! Trovo bella quella pubblicità Ikea nella quale un intero condominio si ritrova in garage a festeggiare mettendo in comune quello che ognuno ha portato. E non parlo solo di cibo o di sedie, parlo di incontrarsi tra appartenenti a culture, abitudini, ambienti, censo diverso. Diventeremmo, forse, più solidali, superando le strutture mentali che ci dividono. Non solo! magari mangiando una arancia o un pomodoro prenderemo coscienza dei lavoratori stagionali che per noi raccolgono questi prodotti, ai quali si nega il riconoscimento della loro umanità (non li si aiuta neanche con delle tende nelle quali ripararsi per dormire). E dicono che in Italia la schiavitù non esiste!
E sarebbe bello allora che un intero condominio si unisse ad altri condomini, in ogni città; e città con città, per finalmente fare qualcosa di … umano. Alla faccia dei nostri amministratori e politici che parlano, parlano……e basta!
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento