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Carmelo Bene protagonista “in absentia” di Hyperion

Carmelo Bene protagonista “in absentia” di Hyperion
Gennaio 29
17:09 2020

Carmelo Bene protagonista “in absentia” di Hyperion di Bruno Maderna:

un nastro inedito del 1981, restaurato appositamente per quest’occasione,

permetterà di riascoltare la voce inimitabile del grande attore in quest’opera sui generis,

con cui la IUC celebra i 100 anni dalla nascita del compositore,

protagonista dell’avanguardia musicale del Novecento

La voce di Carmelo Bene tornerà a risuonare nell’Aula Magna della Sapienza martedì 4 febbraio alle 20.30, a quasi diciotto anni dalla morte di questo geniale attore: un miracolo reso possibile dal ritrovamento e dal restauro di un nastro inedito registrato dalla Rai nel 1981 in vista di un’incisione discografica mai realizzata. In quel nastro Bene interpretava il protagonista di “Hyperion”, l’opera con cui la IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti onorerà il centenario della nascita di Bruno Maderna, il compositore veneziano che fu un protagonista dell’avanguardia musicale della seconda metà del Novecento, così come Carmelo Bene fu il protagonista dell’avanguardia teatrale.

A oltre cinquant’anni dalla prima rappresentazione “Hyperion” resta uno dei più affascinanti ed enigmatici lavori musicali del secondo Novecento. A dirigerlo in quest’occasione sarà Marcello Panni, che partecipò giovanissimo alle avanguardie artistiche di quegli anni ed è ora uno dei pochi in grado di riprodurre fedelmente lo spirito della complessa partitura di Maderna.

In questo concerto romano Marcello Panni dirige la suite di Hyperion nella versione di Berlino preparata da Maderna nel 1969 e riproposta da Panni stesso nel 1980 all’Accademia di Santa Cecilia e nel 1981 alla Rai di Milano. In entrambe queste esecuzioni la voce recitante era quella di Carmelo Bene, che aveva preparato un suo adattamento e una sua traduzione del testo di Hölderlin.

Anche in questa nuova esecuzione romana di “Hyperion” sarà Carmelo Bene “in absentia” a dare voce al protagonista. “Negli anni ’80 – spiega il direttore artistico Giovanni D’Alò – a partire dal “Manfred” ebbe inizio la svolta sinfonica di Carmelo Bene, ripetuta poi con “Egmont” e “Hyperion”. Fu molto più che un avvicinamento alla musica, già ampiamente presente nei suoi allestimenti e nel suo cinema. Fu una vera e propria irruzione nella prassi concertistica, al punto che definiva il suo ruolo non “voce recitante”, ma “voce solista”. Riascoltare Carmelo Bene in un testo praticamente inedito e lasciar risuonare la sua ineguagliabile voce nello spazio, in assenza del corpo, come fosse uno strumento musicale, oltre che una grande emozione credo sia il modo migliore di rendergli omaggio rimanendo fedeli alla sua personale ricerca teatrale”.

Hyperion” può essere avvicinato all’estetica dell’ “opera aperta”, perché Maderna lasciava agli interpreti la possibilità di smontarlo e rimontarlo liberamente, creando ogni volta un nuovo Hyperion. La prima versione, definita “lirica in forma di spettacolo”, era nata dalla collaborazione di Maderna col regista Virginio Puecher, il quale aveva dato forma scenica a un insieme di materiali musicali già autonomamente composti dal musicista veneziano, adattandovi alcuni brani di “Hyperion”, un romanzo del grande scrittore protoromantico tedesco Friedrich Hölderlin. In tal veste fu rappresentato al Teatro La Fenice in occasione della Biennale di Venezia del 1964. In seguito Maderna continuò a lavorarci, preparandone personalmente altri due allestimenti scenici (Bruxelles e Bologna, entrambi nel 1968), nonché quattro versioni da concerto e due suite (Berlino 1969 e Vienna 1970). Ma se ne sono avute tante altre versioni, anche senza l’intervento diretto dell’autore. Insomma un work in progress che tra aggiunte e tagli cambiava ad ogni esecuzione in maniera anche radicale.

Circa ottanta, tra esecutori vocali e strumentali, i musicisti richiesti dalla partitura di “Hyperion”: i solisti Gianni Trovalusci (flauto, ottavino, flauto in sol) e Christian Schmitt (oboe, musetta, oboe d’amore), le percussioni dell’Ensemble Ars Ludi, il coro da camera Ready-made Ensemble (maestro del coro Giuliano Mazzini) e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Tutti sotto la direzione di Marcello Panni.

Il concerto è in collaborazione con Istituzione Sinfonica Abruzzese.

Si ringrazia Rai Com.

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