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Carlo Del Prete, Resia Rosolina: Ci credevo fermamente nella vittoria

Ottobre 07
17:59 2021

Il merito della vittoria è anche della mia famiglia, mia moglie e mio figlio

Ha avuto luogo la staffetta Resia – Rosolina che prevedeva la percorrenza di 433km lungo il fiume Adige con partenza il 1o settembre 2021 ore 04.00.

La squadra “Team Senza Paura Roma”, organizzata dal presidente dell’Atletica La sbarra, Andrea Di somma ha partecipato per la seconda volta consecutiva, puntando a fare prima di tutto una bellissima esperienza di sport di gruppo e poi cercare di essere competitivi.

Il Team Senza Paura Roma ha vinto su tutti in 32h08’30” precedendo Vicenza Marathon 32h17’40” e Lauf Club Pfeffersberg 33h12’40”.

Di seguito l’esperienza di Carlo (Podistica Solidarietà/Tor Tre Teste Team), uno staffettista del gruppo, attraverso risposte ad alcune mie domande.

Ti aspettavi di vincere la staffetta Resia Rosolina? Sicuramente era un obbiettivo molto ambizioso che è stato preparato in maniera minuziosa. Da giugno 6 allenamenti a settimana con due bigiornalieri…quindi ci credevo fermamente nella vittoria.

 

Una grande preparazione per Carlo coinvolto in quest’avventura dall’amico di allenamenti Fabio Giancarli, entrambi allenati dal coach Italo Merolli per portare a termine questo obiettivo ambizioso, con loro si era unito anche Antonio Simonetti che purtroppo non è partito per un infortunio pochi giorni prima.

Criticità, difficoltà, rischi? È una gara molto lunga e complessa che si corre anche di notte quindi le variabili sono tantissime perché basta sbagliare un cambio una svolta durante il percorso che si compromette tutta la gara. Per me la difficoltà maggiore è stata il dover correre di notte perché non lo avevo mai fatto e soprattutto all’interno di un bosco dove la visibilità è pressoché nulla. In questi frangenti sono state fondamentali le nostre cicliste che ci hanno accompagnato per tutto il percorso.

Cosa e chi ha contribuito alla vittoria? In uno sport di squadra tutti i componenti sono fondamentali allo stesso modo perché l’ingranaggio per funzionare deve essere oliato perfettamente. Ci siamo allenati tutti duramente e ci siamo meritati questa vittoria.

 

Una bella sfida per Carlo che in genere si allena al Parco di Tor Tre Teste con il gruppo Tor Tre Teste Team, ha voluto aderire a questa iniziativa grazie all’amico Fabio Giancarli che ne parlava già dall’anno scorso, esperienza bizzarra con imprevisti e rischio di ritirarsi ma poi si è continuato fino alla fine tutti compatti, felici e resilienti.

Un grande “Team senza paura”, dove ognuno ha voluto dare il massimo delle possibilità del momento, cercando di essere utile in qualche modo per l’altro e l’intero gruppo, dai corridori staffettisti agli accompagnatori. Grande merito soprattutto alle due donne in bici: Serena Natolini, atleta della nazionale italiana di ultramaratona che la precedente edizione è stata determinante per la prestazione della squadra soprattutto correndo l’ultima tappa, la più lunga a un ritmo elevato fino al traguardo dove l’aspettavano gli altri componenti della squadra; e Federica Gallo, fortissima mezzofondista dell’Atletica La Sbarra.

Cosa pensano familiari, amici, colleghi di questa vittoria? Il merito della vittoria è anche della mia famiglia, mia moglie e mio figlio che hanno sacrificato le loro ferie per supportarmi e sopportarmi durante gli allenamenti.

 

Questa è una bella e onesta risposta, in effetti dietro un atleta ci può essere sempre una famiglia che supporta e sostiene oppure ostacola, che si mette da parte, che fa il tifo in presenza, o da casa tramite social e telefono.

Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro in questa staffetta? In una tappa notturna un atleta della mia squadra dopo aver percorso già tre frazioni, quindi giustamente distrutto dalla fatica, non si è svegliato per percorrere la sua quarta tappa. Un altro atleta della squadra si è accorto della mancanza di cambio al checkpoint e senza perdersi d’animo si è fatto prestare un paio di pantaloncini da un atleta di un’altra squadra ha preso il chip dal suo compagno ed è partito come se non ci fosse un domani.

Cosa hai scoperto di te stesso nello sport di squadra? Da ragazzo giocavo a basket quindi ho già avuto esperienze di sport di squadra e già mi conoscevo sotto questo aspetto. Metto a disposizione tutto me stesso alla squadra ma pretendo anche lo stesso dagli altri.

 

Vince chi è più scaltro, chi è più resiliente, chi sa intravedere all’occorrenza un piano B. Gli episodi bizzarri, critici, difficili sono quelli che si ricordano con più piacere e divertimento, importante è che non compromettano la prestazione di una squadra intera che si è adoperata con sacrificio, impegno, determinazione per portare a compimento un obiettivo arduo, difficile, sfidante.

Quali tue capacità, risorse, caratteristiche sono state determinanti? Sono di natura molto caparbio e se mi metto in testa una cosa la faccio non mi scoraggio quasi mai e cerco sempre di motivare i miei compagni per raggiungere l’obiettivo prefissato. Nei momenti di massima depressione riesco quasi sempre a recuperare anche un briciolo di forze per andare avanti.

 

Per questo tipo di gare a squadra c’è bisogno di persone che motivano, che non si abbattono, insomma che sono resilienti e si attivano nel cercare risorse residue anche nelle difficoltà, riorganizzandosi e portando a termine la sfida.

La rifaresti l’anno prossimo? Si perché è stata un’esperienza unica, un viaggio sia attraverso due regioni che all’interno di se stessi.

 

Sembra essere stata un’ottima opportunità di sport e turismo, una messa alla prova singolarmente e in gruppo, viaggi di corsa ma anche dentro se stessi, elaborando ì, gestendo, affrontando situazioni da risolvere.

Prossimi obiettivi? Avevo un sogno nel cassetto che era quello di fare velocità in pista, mezzofondo, e da ottobre proverò in questo campo sperando di ottenere gli stessi risultati ottenuti nel fondo.

Una parola o una frase che ti rimane dopo questa impresa? Perseveranza e determinazione portano al vertice.

 

Per raggiungere grandi risultati e portare a termine imprese e sfide, bisogna definire bene i propri obiettivi con accuratezza, organizzare un piano e programma di preparazione, allenamento, avvicinamento alla data prestabilita di inizio e impegnarsi costantemente, con motivazione sempre alta e forte determinazione.

 

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 – 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Blog: http://ilsentieroalternativo.blogspot.it/

Libri: http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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