Carlo Borromeo, teatrante, artista, museologo – 5/5
In fine, dopo aver illustrato varie tematiche trattate da San Carlo nel corso della Sua vita, vi illustro come si sia dedicato anche all’architettura milanese. Con la venuta del Cardinale Carlo Borromeo a Milano si sviluppa un incremento di edifici religiosi, per far fronte al potere civile, dando un rilevante apporto cristiano all’urbanistica milanese. Si parla d’intento «di trasformare la città intera in una scena destinata alla rappresentazione di una cerimonia religiosa» L’archittetto Pellegrino Tibaldi, chiamato dal Borromeo per progettare il nuovo volto della città, ha progettato edifici dalle caratteristiche monumentali e scenografiche.
Secondo la Scotti si è trattato di «forme compiute, strutturate plasticamente in volumi, atte a qualificare con la loro presenza la scena urbana». Il cardinale si preoccupa anche di dare precise indicazioni riguardo l’aspetto architettonico. In Istructiones Fabricae di San Carlo si notano tutti gli accorgimenti e le preoccupazioni per gli elementi d’impatto visivo con la città, come la facciata delle chiese che deve essere animato da simboli atti a dare rilevanti informazioni visive sul messaggio della Salvezza. Milano così viene ad assumere l’aspetto di grande scenografia, di città ricca di movimento, azione, con una presenza cristiana stabile e ricca di attività, non più come devozione intima, ma come devozione condivisa da una popolazione attiva e mossa da una spiritualità matura che vuole connotare l’ambiente urbano come specchio dell’anima volta a Dio; non più, quindi una città che esprime il proprio potere civile, ma una città rivolta soprattutto a Dio. Ed è proprio qui che ben si nota il forte attrito tra San Carlo e l’autorità civile. Tra il Quattrocento e il Cinquecento, la città di Milano subisce una trasformazione dell’immagine urbana. Ne è un esempio l’asse di via Torino, dove emergono la Basilica di San Lorenzo e il Duomo. San Carlo rivolge le sue attenzioni anche agli interni della Chiesa, in particolare al luogo in cui avviene il sacramento della confessione. Nel 1576 a Milano, con San Carlo Borromeo, nasce il confessionale moderno, che compare per la prima volta nel Duomo di Milano in occasione del giubileo, e viene ufficializzato dalle Istructione nel 1577, e tra il 1576 e il 1577 viene definito confessionale ‘complesso’ borromaico. Il confessionale assume forme diverse, da mobile aperto situato in prossimità dell’altare o nel recinto del coro, diventa un mobile fisso e provvisto di porta. In epoca barocca viene tripartito, assume una forma artistica e sontuosa. In conclusione: questo personaggio quindi, come abbiamo visto, nel corso della sua vita si impegna non solo per riportare il decoro nella morale e nella condotta di vita dei cittadini milanesi, ma abbraccia tutti i campi possibili, si riveste non solo degli abiti di Chiesa, ma anche di teatrante, artista, museologo nel predisporre l’arredo liturgico, e addirittura di architetto, nel modificare il confessionale. Questo percorso proposto in cinque articoli, analizza la figura del Cardinale Carlo Borromeo teatrante, artista e museologo. Non solo, quindi, religioso, ma notevole figura storica che verte su aspetti pluridisciplinari, irradiando il sacro in ogni campo. Intento a combattere aspramente ogni attività ludica vissuta in modo baccanale. Attua così interventi di ripristinazione del sacro vertendo su aspetti cittadini e aprendo le porte al Barocco tramutando ogni eccesso ad elevazione artistica, attraverso colori forme e tematiche sacre.
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