Cari razzisti mettetevi l’animo in pace!
La nostra biodiversità, cioè il DNA, è 30 volte superiore a quella delle altre nazioni europee.
A renderlo pubblico sono stati un gruppo di ricercatori dell’Università della Sapienza di Roma, coordinati dall’antropologo Giovanni Destro Bisol, che hanno collaborato con le università di Bologna , Pisa e Cagliari.
La ricerca, pubblicata su Journal of anthropological sciences, ha preso in considerazione 57 popolazioni del nostro territorio, da zone ampie e rappresentative, tipo il Lazio o città come L’Aquila, ma anche gruppi di minoranze linguistiche di antico insediamento (Ladini, Grecanici, ecc).
E sono proprio queste comunità a contribuire in maniera determinante alla diversità genetica rilevata in Italia. Un dato eclatante emerge dallo studio del Dna trasmesso per linea materna, ovvero quello mitocondriale. Comparando la comunità germanofona di Sappada (nel Veneto settentrionale) con il suo gruppo vicinale del Cadore, o quella sarda di Benetutti con la Sardegna settentrionale, l’insieme delle differenze genetiche calcolate è di 7-30 volte maggiore delle popolazioni europee.
Lo studio rivela anche un’inedita analogia tra la biodiversità umana e quella animale e vegetale, dovuta all’estensione latitudinale dell’Italia.
Diversi habitat che hanno favorito la diversificazione di piante e animali.
Per gli scettici: pensate alla storia italiana e a tutte le invasioni che abbiamo avuto fino all’8 settembre 1943 (per molti sicuramente quella più gradita)!
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