Caporalato: “Tra gli effetti del caporalato violenze e dispersione scolastica. Sostenere chi denuncia”
Caporalato: Giordano, INL “Tra gli effetti del caporalato violenze e dispersione scolastica. Sostenere chi denuncia”
PRATO. Le parole della sicurezza, le storie di caporalato, il dialogo tra politica, mondo sindacale e istituzionale. Sono stati questi alcuni dei temi al centro dell’ultima giornata del forum sulla sicurezza del lavoro, che si è concluso oggi a Prato, dopo tre giorni di appuntamenti, interviste e tavole rotonde. “Ci sarà una terza edizione – ha detto Alessio Cencioni, ideatore del forum e CEO di CantierePro, soggetto promotore dell’evento – che realizzeremo, ancora una volta dando spazio a tutte le componenti del mondo del lavoro”.
Uno dei temi affrontati nel corso dell’ultima giornata è stato quello del fenomeno del caporalato e della lotta per contrastarlo: “La legge 199 del 2016 – ha sottolineato Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato Nazionale del lavoro – ci ha dato molti strumenti di contrasto processuali, amministrativi, preventivi, di controllo, ma in gran parte non è applicata. Non abbiamo bisogno di strumenti solo investigativi e giudiziari, ma abbiamo bisogno di strumenti di coordinamento delle attività e di tutela dei diritti. Andare in un campo e trovare dei lavoratori in condizioni di sfruttamento non basta, occorre, poi, dare loro un alloggio e un’ attività. L’ispettorato grazie all’organizzazione internazionale della migrazione, ai contatti con la rete del volontariato cerca di farsi carico di queste esigenze, ma c’è bisogno di un impegno più ampio a livello istituzionale. Non possiamo abbandonare le vittime dopo aver trovato chi li sfrutta.
“La legge – continua Giordano – prevede l’aiuto al ‘pentito’, ma non l’incentivo alla denuncia. Poche denunce arrivano dalla parte delle vittime. Molte attività sono d’ufficio o di carattere investigativo e partono dall’Ispettorato o dalle forze dell’ordine. Nessuna denuncia, per esempio, è partita da una donna, eppure lo sfruttamento femminile, all’interno di questa realtà, è molto grave. Di solito i fatti di caporalato denotano anche un indotto sociale negativo. Solo per fare due esempi cito la dispersione scolastica e l’aumento degli aborti, clandestini e non, delle donne rumene, che significa che in quelle realtà ci sono delle violenze”.
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