Canto isolano
Maggio 22
09:18
2011
Zattera di corde intrecciate
il corpo dell’amato
mi sostiene e dirige.
Il sale dell’onda alta
schiaffeggia e morde.
Visita conche e colline
soffermati all’ombra
del riccio fogliame turbato
ascolta il vibrato del ventre
perditi nella luce morente
degli occhi riversi.
Ho messo in terra di faggio
il fiore che muore ogni notte,
il fiore semprevivo.
Sconfiggi il muto riserbo,
dall’altura maggiore sfidami,
per un tuffo d’angelo.
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