Cambogia: operai a rischio salute
Fonti della polizia di Phnom Penh confermano la precarietà delle condizioni di lavoro degli operai delle manifatture tessili.
Ogni anno infatti un gran numero di lavoratori finiscono in ospedale intossicati per solventi, collanti, vernici che usano per produrre scarpe, magliette … oggetti marchiati Puma o Adidas. Senza ovviamente adeguate protezioni e in ambienti che neanche lontanamente raggiungono gli standard di sicurezza che abbiamo in Europa. Le fabbriche, guarda caso, sono cinesi. E producono in Cambogia, sì, perché anche loro trovano più conveniente delocalizzare le loro industrie altrove, cioè risparmiare il più possibile su salario, sicurezza sul lavoro e sulla qualità dei prodotti. Le iniziative governative e private per limitare le patologie di un lavoro malsano hanno portato a scarsi risultati, dato il contemporaneo aumento delle iniziative produttive. Le sole manifatture dell’abbigliamento danno lavoro a 600.000 cambogiani e garantiscono alla modesta economia un introito indispensabile di oltre 5 miliardi di dollari all’anno.
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