Calcata – La sacra reliquia del prepuzio
Storie e leggende degli ultimi 500 anni
La presenza della reliquia del sacro prepuzio nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù è una delle circostanze più note legate a Calcata, tanto da essere citata nel romanzo di Saramago “Il Vangelo secondo Gesù” e, persino, nell’Ulisse di Joyce.
Durante il Sacco di Roma, perpetrato dai Lanzichenecchi nel 1527, molti dei tesori contenuti nei palazzi, nelle chiese e nei musei cittadini furono trafugati dai soldati. Tra di essi, secondo la leggenda, anche una delle reliquie della circoncisione di Cristo ufficialmente accreditate dalla Chiesa. Era contenuta in un prezioso scrigno incastonato di pietre e a interessare l’ignoto Lanzichenecco fu il contenitore e non il contenuto. La carestia e la peste, che si era diffusa nella città, fecero fuggire il soldato di ventura, che percorse la via Flaminia e trovò riparo in una delle grotte intorno a Calcata. Scoperto dagli abitanti, fu catturato e imprigionato. Solo trent’anni dopo, secondo la tradizione, il reliquiario fu ritrovato nella cella dove era stato nascosto dal Lanzichenecco, e portato presso la chiesa di Calcata. La sacra reliquia rimase lì fino agli anni Ottanta, quando scomparve misteriosamente.
Ancora oggi, nessuno sa con certezza se si trattò di un furto o, invece, di una segreta acquisizione del Vaticano, volta a contenere l’interesse verso la singolare reliquia. Va detto che già una disposizione del Sant’Uffizio del 1900 invitava alla cautela nel culto della reliquia di Calcata, e che, al momento della scomparsa, la teca era già stata da tempo spostata nella canonica, nascosta agli occhi dei devoti.
La storia del Lanzichenecco è la versione più accreditata sulla presenza del sacro cimelio a Calcata. Naturalmente sul fatto fiorirono molte leggende. Una delle più note localmente si basa sulla circostanza che la reliquia sarebbe stata sepolta davanti alla porta di accesso di Calcata. Da quel momento nessun animale volle più varcare la soglia del paese. Buoi, pecore e asini si inginocchiavano davanti alla porta e non c’era verso di farli proseguire. Alla fine, per cercare i motivi del rifiuto, fu scavata una buca e fu così ritrovato il cofanetto. Gli animali tornarono a transitare e gli abitanti a vantarsi della reliquia.
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