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Buon millennio!

Luglio 25
11:30 2011

Subito ho visioni di un futuro brillarello con tanti flash e niente bug, soldi facili in Borsa e poi belle donne, macchine veloci, divertenti lavori, case grandi.
Irrompe la crisi della New economy- Il diciotto a Economia Politica me lo prendo eccome – una biondina che appariva la storia della vita si rivela il bignami di una sola notte.
La prima canzone che ho cantato a squarciagola mostrando a mio padre un entusiasmo di cui lui non credeva fossi capace? Downtown train di Rod Stewart. Quella che mi è tornata in mente dopo aver fatto l’amore per la prima volta? Part Time lovers.
Due gemelle mi invitano: – Vieni a giocare con noi?
– Sto già giocando – rispondo io – al servizio civile; altrochè militare a Cuneo alla Totò, io sono a dieci chilometri da casa e faccio niente all’ufficio Relazioni Pubbliche di un Comune di tremila anime. Che pacchia!
– Questa è guerra! – mi fa l’amico – due aerei hanno fatto Boom sulle torri gemelle!
– Ah ecco, le torri gemelle, non due ragazze gemelle – io che di ragazze non ne ho neppure mezza.
– Non vengo a giocare alla guerra, quella la combatto già dentro di me. C’è Shining e il mio amico, in carne e ossa, Tony.
L’introduzione dell’euro che ha arricchito tutti e nessuno, perchè se tutti si lamentano chi si arricchisce? Chi sta zitto.
Diecimila lire equivalgono a cinque euro e venti centesimi ma poi mia nonna mi dice che una casa su Via Prenestina costa cento euro e che un chilo di frutta l’ha pagato mille lire di euro. Il divieto di fumo nei locali passa alla Storia come la prima e unica legge fatta e subito rispettata dagli italiani, la guerra in Iraq è solo un’altra guerra, la mia laurea è solo un’altra laurea che mi darà diritto a collaborazioni a progetto e stipendi molto sotto la media di chi ha la terza. Media.
Ma è giusto così.
Tsunami politici, alluvioni finanziarie, maremoti climatici. Dove sono la primavera e l’autunno, chi li ha visti?
Grandi Fratelli e Sorelle Puttane, Padre Pio e Madre Teresa, il mondo è una sola grande famiglia perchè la globalizzazione mi fa abbracciare il cinese che abita nel mio stesso palazzo, il congolese che mi cucina la bieta al ristorante; la filippina che mi fa le pulizie in casa invece, al mio abbraccio preferisce otto euro in nero, che poi sarebbe un pò più di quello che è la mia paga oraria.
Senza una donna e senza grosse disponibilità mi appassiono allo sport, tifo Roma e pure se ho qualche sospetto faccio finta di niente perchè mi è rimasto solo quel sogno e un sogno non puoi sporcarlo con miserabili insinuazioni. Mogio Moggi però mi scandalizzo per rigori non dati, fuorigioco non visti, gol fantasma. La Juve in serie B per illecito sportivo però no, quello non mi scandalizza affatto.
L’infortunio di Totti, gli anticipi di Cannavaro, l’ultimo rigore di Grosso. Una vittoria mondiale!
Omicidi senza colpevoli – la depressione, quiz televisivi – domande troppo difficili per vincere la serenità senza l’aiuto del pubblico, Google – l’amico che fa la spia e chi fa la spia non è figlio di Maria De Filippi e poi Facebook – l’ombra di te stesso e la saudade della telefonata alle nove di sera – non un minuto prima perchè non sono a casa e non un minuto dopo perchè i miei vanno a dormire presto.
Il triste capitolo delle stragi sulle strade. La maestra di una scuola elementare pone la solita domanda al solito bambino che però non diventerà mai un adulto:
– Cosa vuoi fare da grande?
– Voglio fare James Dean.
– Ah bene, vuoi fare l’attore?
– No, voglio schiantarmi a vent’anni contro un albero con la Porsche di papà.
Il crack Parmalat e quello da fumare, la mucca pazza e Nonno con l’Alzheimer, me ne vado via di casa e improvvisamente i soldi non ci sono più. Dieci anni adesso sembrano anche pochi, sembra ne siano passati meno, quattro o cinque tiè, non dieci! Colpa della crisi economica che ha ridimensionato tutto: anni, sogni e speranze. Si profilano tempi cupi e tutto si fa più piccino, anche gli auguri. E dieci anni dopo al posto dello champagne che fu c’è un più pratico e ristretto caffè, necessario per prepararmi alla notte fredda che mi aspetta.
Ma sono fiducioso perchè quella più lunga è già alle spalle e nel mio cuore albeggia un augurio più semplice e più sincero di quello di dieci anni fa e che, se permettete, voglio condividere con tutti voi.
Buon anno.

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