Bracciano
Sulle rive del Lago Sabatino, nell’Etruria meridionale, sorge Bracciano: comune a nord di Roma posto ad un’altitudine di 288 metri sul livello del mare. Abbracciato dai monti Sabatini e da quelli della Tolfa, lo specchio d’acqua è meglio conosciuto come Lago di Bracciano ed ha origini vulcaniche. Dagli insediamenti che si crearono sulla via Clodia e nei pressi di una delle torri del X secolo, che i nobili dell’epoca costruirono come difesa dai saraceni, probabilmente nacque l’antico borgo di Bracciano. Nell’evoluzione e nella storia di questo paese grande importanza rivestì il lago, che, in ogni periodo storico e senza eccezioni, rappresentò una risorsa idrica e garantì al centro la presenza d’acqua. Nell’XI secolo la famiglia Vico prese possesso di Bracciano determinando una serie di considerevoli trasformazioni quali la conversione della torre in rocca e l’edificazione di nuove costruzioni per la difesa della città. Da territorio dei Vico il paese divenne territorio dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia e poi della Chiesa nella seconda metà del XIV secolo, finché il papa Martino V non cedette il feudo agli Orsini di Tagliacozzo. Non a caso lo stemma comunale di Bracciano raffigura un braccio la cui mano stringe una rosa rossa, emblema degli Orsini. Divenuto un umile e semplice borgo abitato per lo più da pescatori e da agricoltori, Bracciano fu sempre legato ai capricci e ai giochi di potere delle famiglie più influenti e potenti che ne presero possesso. L’origine del suo nome è legata al termine gens Braccia, che, con molta probabilità, si riferisce ad una famiglia che possedette il paese, anche se sulla zona non vi sono tracce che lo possano confermare. Negli antichi documenti Bracciano porta il nome di Brachianum, ma nel tempo l’appellativo subì delle storpiature: Brazanum, Brasanum, Barcennium.
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