Bowie, il duca bianco
Ci sono voluti quasi dieci anni, dalle sue ultime apparizioni pubbliche , il suo ultimo tour interrotto per motivi di salute, le sue ultime stravaganze, pareva fosse relegato per sempre alla privacy e ai pennelli che componevano i suoi evanescenti aquarelli surrealistici, ma, mai dire mai, per un camaleonte delle scene, l’uomo più versatile e poliedrico del ventennio ’60-’80, eccolo con un atteso e raffinato lavoro, ecco di nuovo il re del pop: Davide Bowie. Il “Duca Bianco”, di cipria e di vizi, ritorna sulle scene della discografia, incidendo “The Next Day”, un nuovo energico album per la star inglese dagli iperbolici fasti.Top secret fin quasi all’ultimo, per contenuti e videos, il disco esce ufficialmente il 12 marzo, per la gioia di fan d’ogni età e appassionati di musica. «Here I am, not quite dying» (eccomi per niente moribondo), questo l’incipit del disco e il furioso messaggio che traspare dall’omonima canzone The next day che dà il titolo all’intera raccolta.
Neanche dieci pezzi, ma di forte impatto, tra psichedelia, campionamenti, delicati lirismi acustici, dissonanze sfumate, atmosfere ambient e richiami quasi pop funky, compongono il nuovo disco del duca bianco, il quale filtra tutto il suo passato musicale, rielaborandolo e sublimandolo in un effetto sonoro più intimamente connesso con le logiche, le mode, gli stilemi, i suoni, le sensazioni che gli offre e ci offre il nuovo decennio in corso, a cavallo dell’era 2.0. Solitudini contemporanee, decadenze dei costumi, sentori di prigionie, nuove tendenze sessuali, nuovi scenari cittadini, nuove paure e nuovi slanci dell’animo, anche questo il materiale lirico di cui si nutrirà l’attento ascoltatore, tra un tappeto di suoni mobili e le consuete stemperanze acustiche, marchio doc dell’autore. La copertina del disco è anche provocatoria e nostalgica, non è altro che l’antica copertina di un passato capolavoro come Heroes, quasi totalmente coperta dal titolo del disco etichettato in bianco, quasi a rinunciare alla sua immagine di allora ( la passata copertina lo ritraeva in primo piano, burattinante…), quasi costretto a dovere per esigenza rinunciare a quell’uomo e confrontarsi con profonde riflessioni tra la decadenza e le nuove energie mature che soffiano con i venti del momento. Un lavoro il cui ascolto diventa raffinato e scorre veloce e compatto, senza inestetismi musicali di sorta, né eccessi sonori, delicatamente ci lascia quei tre quarti d’ora in atmosfere trasognate. Un nuovo singolo presente su radio e web dal disco, «Where are we now» e anche un particolare video della canzone The stars are out tonight, girato dall’italo-canadese Floria Sigismondi, in cui Bowie duetta con l’attrice Tilda Swinton, in Amarcord tra l’altro con i suoi fasti cinematografici, immerso nella sua solita ambiguità.
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