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Biondo era e bello
Mario Tobino
9799904455714
Mondadori
€ 9,00 e-book disponibile NO
Copertina:
L’aggettivo ‘bello’ che tanto può apparire frusto e banale, in questo titolo geniale mutua i versi del Purgatorio dantesco dedicati a Manfredi di Sicilia «Biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’cigli un colpo avea diviso». Con uno stile asciutto, elegantissimo, lo scrittore/medico Tobino riscrive il romanzo della vita di Dante Alighieri: ci conduce presso la casa natale del poeta mostrandocelo mentre cresce accanto al padre Alighiero, agli amati fratelli; e poi uomo politico, marito e padre come non riusciamo quasi più a pensarlo, ormai fisso in quell’icona da medaglia antica che ce lo restituisce di lauro coronato, di profilo importante e volitivo, di rosso abbigliato.

Non è facile staccarsi da quell’immagine, ma attraverso questo ‘magico’ libro diventa possibile. Si ritroverà il gusto dello sberleffo in una Firenze verace attraverso la tenzone in sei sonetti (forse un falso del 1400?) con Forese Donati (nemico in questa occasione ma non per sempre). Si vedrà Dante incontrarsi nelle osterie cittadine con giovani coetanei d’ogni censo e cultura, che già amano la sua favella, per discutere attorno ad un sirventese nel quale il poeta mette in fila le sessanta donne più belle di Firenze, ai primi posti la «tanto gentile e tanto onesta» Beatrice. L’eta adulta, l’attività politica, le battaglie, l’esilio, i rapporti con il papato, la nascita della Commedia e di altre importanti opere. Un racconto quasi scarno, per quadri, con la voglia di mostrare, senza semplificare, che anche le storie grandi e complesse progrediscono un giorno dopo l’altro e che coraggio, azione, intelletto e bene possono procedere di pari passo; quanto il compenso possa arrivare subito ma anche prendendosi il suo (lungo) tempo. Per godere appieno di questo libro forse non è necessario che siano note le vicende complesse della vita di Dante Alighieri; risveglia curiosità questo racconto che può apparire disinvolto e si muove invece con devozione estrema fra le tante cose e i sentimenti che furono del poeta e le persone toccate da gloria sempiterna grazie all’incontro fortunato con lui, ‘particolare’ che Tobino sottolinea quando può. Libro utile, perciò, anche a quegli studenti che ‘ne sanno poco’, per poter cogliere i punti salienti di vicende sempre possibili da approfondire. La storia di Dante trasmette ancora gioia e vitalità, la commozione si tocca quando a casa del notaro Pietro di Parenzo di Garzo, soprannominato ser Petracco, Tobino immagina l’incontro con il figlio bambino di questi: «Il vecchio Dante, prossimo a morire, disperato della sua ultima illusione, in una grigia stanza di Pisa, carezza la testa del bambino Petrarca». (Serena Grizi)