BILANCI E RAPPRESENTANZA POLITICA AD ALBANO
Nel consiglio comunale di Albano del 28 ottobre 2021 vi erano due importanti punti all’ordine del giorno: il Bilancio consolidato 2020 e la Variazione di bilancio 2021-2023.
Nel passare all’esame dei due punti, il presidente del consiglio ha aperto la discussione: era dovere dell’amministrazione comunale illustrare ai consiglieri e ai cittadini la tematica, le strategie sottostanti alle cifre di bilancio, insomma aprire un dibattito politico intorno ad uno dei capisaldi della gestione della città. Silenzio assoluto. Il sindaco non ha preso la parola. Avrebbe dovuto prenderla almeno l’assessore al bilancio, ma Albano non dispone dell’assessore al bilancio, come pure non c’è l’assessore ai servizi sociali: è tutto in capo al sindaco che, dunque, ha un bel daffare e forse non ha la possibilità di seguire da vicino i due strumenti fondamentali dell’amministrazione comunale. Nel silenzio generale, i consiglieri di minoranza hanno sollevato alcuni interrogativi. Chi li ha affrontati con puntuale competenza, entrando nei più minuti dettagli? Un consigliere di maggioranza, che ha risposto parlando come se fosse lui l’assessore al bilancio, ancora una volta in palese conflitto di interessi e in spregio delle regole: il consigliere comunale deve controllare e, se necessario, togliere la fiducia all’amministrazione, non sostituirsi ad essa – insomma è, nel gioco democratico, dall’altra parte della barricata. Ma ad Albano è da molto tempo che non si nominano alcuni assessori ma si danno “deleghe” che deleghe non sono – il consigliere di maggioranza che ha parlato è “delegato” al bilancio. Attualmente vi sono ben sei “consiglieri delegati”; ce n’è uno addirittura alle Attività motorie – anche in presenza di un assessore allo sport. Cosa ha avuto da dire l’opposizione di fronte a questo ennesimo sbrego delle regole? Nulla. Evidentemente non ritiene che sottrarre ai cittadini e al consiglio comunale il diritto di comprendere e di valutare l’operato dell’amministrazione sia un peccatuccio veniale non degno di nota.
Prima che la seduta venisse chiusa per mancanza del numero legale, il segretario comunale ha fatto presente che alcuni consiglieri, sebbene siano stati più volte sollecitati, ancora non hanno ottemperato all’obbligo di rendere la propria dichiarazione patrimoniale da pubblicare sul sito del Comune, e che dunque sono soggetti a una ammenda da parte del ministero della Funzione pubblica.
Di fronte a tutto questo, cosa dire? I cittadini hanno perso per l’ennesima volta l’opportunità di avere un’idea di come vengono spesi i soldi delle proprie tasse, il sindaco non ha assolto il proprio compito, mancano due assessori-chiave, si vive in un perenne conflitto di interessi consigliere-assessore, il consiglio sembra più un’aula sorda e grigia piuttosto che il luogo in cui si danno risposte alle necessità dei cittadini e si forgia il futuro della comunità.
Se questa è la rappresentazione della politica a livello locale, non ci si può meravigliare che la metà degli elettori non vada più a votare.
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