Bhutto, in una terra in cui le donne contavano nulla
Uscirà nelle sale italiane il 29 ottobre, il film documentario “Bhutto”, ricostruzione biografica della storia del primo ministro pakistano donna, assurto a simbolo della lotta per la democrazia dopo l’attentato in cui ha perso la vita. Prima donna a guidare una nazione islamica, educata ad Harvard e Oxford, Benazir Bhutto s’impegnò politicamente per il suo paese, per seguire l’esempio del padre, il primo presidente del Pakistan ad essere stato eletto democraticamente. I registi Duane Baughman e Johnny O’Hara, in questa produzione anglo-americana, ripercorrono le tappe fondamentali e tragiche del suo destino, dall’accusa di corruzione all’esperienza dell’esilio, dall’esecuzione per impiccagione del padre, Zalfiqar Ali Bhutto, avvenuta in carcere dopo il colpo di stato da parte di Muhammad Zia Ul Hak, alla sua elezione a leader del Partito Popolare Pakistano, dalla morte dei suoi fratelli (uno avvelenato a Cannes nel 2007 e uno morto per un incidente aereo), fino a quel tragico 27 dicembre 2007 in cui perse la vita. Una testimonianza dell’impatto che la tenacia di una donna, eletta per tre volte primo ministro, ha avuto sulla storia del Pakistan, perché la lotta al fondamentalismo e alla sottomissione delle donne iniziò con lei.
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