Basta così, di Wislawa Szymborska
Ci sono dei libricini che sono gioielli, piccoli ma preziosi. Questo Basta Così edito da Adelphi, casa editrice notoriamente raffinata, raccoglie solo tredici poesie inedite che la poetessa polacca, premio Nobel 1996, ha scritto nei mesi precedenti la sua scomparsa avvenuta nel febbraio 2012. Il merito è di Michal Rusinek e Ryszard Krynicki che hanno curato il volumetto arricchito con riproduzione di 17 manoscritti ed una analisi-esegesi-postfazione finale molto approfondita, e che dà vita ad alcuni frammenti di poesie in gestazione.
Preme subito sottolineare che non si tratta di una pura operazione commerciale, come talvolta avviene in casi di pubblicazioni postume. Le poesie racchiudono tutte i caratteri della liricità unica della Szymborska: quelli, come è stato scritto, della “filosofia poetica”, o della “metafisica poetica”, unite ad una fine introspezione psicologica, ironia o semplice arguzia; il tutto racchiuso in un minimalismo dal grande respiro. Così ci emozionano le immagini del netturbino umile e silenzioso che raccoglie e conserva una gabbietta per colombi “perché resti vuota”, o dello specchio saldamente fissato ad una parete della città rasa al suolo, che non riflette chiome o volti ma solo cielo vivo e nuvole in corsa e “funzionava in modo inappuntabile,/ con professionale assenza di stupore”; o ancora “le nostre molto più lunghe/ e meno visibili catene/ che ci fanno passare accanto disinvolti.” ad un cane legato ad una catena così corta da non permettergli di arrivare alla ciotola dell’acqua; c’è anche l’autoironica A una mia poesia che, alla fine di una serie di eventualità, conclude: «Potrai approfittare di una quarta soluzione:/ scomparirai non scritta,/ borbottando qualcosa soddisfatta.» Questa è la liricità lieve e pensante che raccomandiamo vivamente per ogni personale scrigno poetico.
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