Bando lavori di Bonifica cella 3 – Area ex-Ticosa
La politica è fatta di momenti.
Molti credono che la politica sia sono azione. Alcune volte, invece, politica è aspettare, trovare il momento opportuno per agire e comprendere quando è meglio rinviare giudizi e azioni a un secondo momento. Chi non comprende questa semplice regola è un improvvisatore della politica.
Crediamo fermamente che oggi la politica debba fare un passo indietro rispetto alla vicenda della ‘Procedura aperta per la realizzazione dei lavori di bonifica delle terre – Area denominata cella 3 dell’Area di Ex-Ticosa’. Molti potrebbero pensare che la nostra decisione di momentanea sospensione del giudizio e delle azioni conseguenti abbia dell’incredibile. Su questo pensiero molti potrebbero sollevarsi indignati perché la ex-Ticosa aspetta da troppo tempo. Rispondiamo: avete ragione. Stiamo aspettando da un tempo quasi infinito ma, ora, la politica non può fare nulla. Ogni azione basata su reazioni emotive o di opportunismo potrebbe solo recare ulteriore danno. Non è il tempo per valutazioni sommarie.
Oggi la politica si deve astenere e attendere, perché nessun provvedimento conclusivo del procedimento è stato assunto dagli uffici. Non esiste un esito di affidamento del bando, non esiste un atto di ritiro in autotutela. I dirigenti non hanno ancora completato i loro compiti.
Il momento è delicatissimo e alcune azioni potrebbero profilare un’ingerenza indebita nei confronti dei procedimenti aperti. Ravvisiamo il rischio della turbativa d’asta (art. 353 c.p.*).
Noi, per altro, siamo pronti. Quando questa fase sarà chiusa, potremo documentare in modo accurato attraverso la documentazione acquisita in questi giorni, le ragioni che sostengono le nostre molteplici perplessità riguardo ai fatti che accompagnano questa vicenda dalla primavera dell’ scorso anno ad oggi.
La responsabilità politica è anche questo: capire i limiti cui devono sottostare le proprie azioni. Il D.Lgs n. 80 del 31 marzo 1998 e il D.Lgs. n. 165 del 30 marzo 2001 e tutta la giurisprudenza in materia tracciano la linea di demarcazione tra politica e pubblica amministrazione. È un confine che non si deve travalicare.
Esiste, tuttavia, un dato politico che è bene rilevare. E’ il fallimento politico e amministrativo del Sindaco Mario Ladriscina e della sua Giunta.
Questa maggioranza ha promesso nel 2017 di dare peso e ruolo alla Città di Como, la città capoluogo. Tutto questo non ha trovato alcuna conferma nelle azioni di questi anni. Dare lustro e ruolo a una città come Como significa avere un’amministrazione forte, efficiente e organizzata. Un’amministrazione in cui la politica crede e investe.
Ci sono stati vari avvicendamenti dirigenziali, abbandoni e ridefinizioni organizzative: il comune è nel caos più completo e la colpa è da imputarsi a questa maggioranza e della sua incapacità di governare la macchina amministrativa. Un esempio tra tutti è che buona parte dei bandi di gara di questi ultimi anni non sono stati conclusi da coloro che li avevano avviati. Tutto ciò è generatore di taluni ritardi, a volta anche gravi.
Vogliamo credere che sia solo insipienza politica e di gestione, perché non possiamo pensare che ci sia un disegno atto a screditare la pubblica amministrazione per certificare la necessità di esternalizzazione dei servizi e degli uffici. Indebolire l’apparato amministrativo sarebbe gravissimo, contrario a ogni logica e dannoso per tutta la nostra comunità cittadina.
In ultimo, per quanto concerne le esternazioni del sindaco che dichiara di essere “stufo di pagare per gli altri”, vogliamo ricordargli che lui è il sindaco della nostra città, di tutti, e si è assunto l’obbligo a governare anche se ciò gli crea noia e irritazione. Ogni nomina e delega agli assessori è una sua decisione, una sua responsabilità e dichiararsi “stufo” è un ulteriore schiaffo al suo ruolo e ai cittadini tutti. Se, il sindaco, non ne sopporta più il peso o trova ingiusta la sua posizione è libero di farsi da parte e rendere nuova dignità al ruolo.
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