Bambini Rom costretti a rubare?
Milano, 13 maggio 2010. «Bambini rom costretti a rubare» è un’inchiesta sulla vita dei bambini Rom prodotta da Bbc This World (2009) e realizzata da Liviu Tipurita, che sarà trasmessa su Current Tv domenica 16 maggio alle ore 23. Si tratta di un documentario-farsa, preparato a tavolino per rinfocolare pregiudizi atavici nei confronti del popolo Rom. Come faccio ad affermarlo? Semplice: la produzione mi contattò più volte, prima di girarlo. Il reporter romeno aveva maturato l’idea di realizzare un’inchiesta-choc dopo aver preso visione di un articolo apparso sul Corriere della Sera (articolo che ho già commentato) dove si vedono bambini Rom (fra i quali il famoso “Bobi”) in posa davanti all’obiettivo di un fotografo, nell’atto di compiere – ora con la mano destra, ora divenendo improvvisamente mancini – borseggi nei pressi della Stazione Centrale di Milano, davanti ai passanti che osservano quelle “performance” senza manifestare il minimo turbamento. Dopo l’arresto, il piccolo “Bobi”, secondo le autorità e il giornalista del Corriere, avrebbe chiesto di essere allontanato dai genitori-aguzzini e affidato a una brava famiglia italiana. Nella realtà, il piccolo è stato sottratto alla famiglia e affidato a comunità in attesa di essere inserito in nuclei familiari italiani per ben trenta volte (sic!), ma ogni volta è fuggito per tornare dai suoi, preferendo la povertà di una baracca – ma insieme ai suoi cari – agli agi promessi dalle assistenti sociali e dai tanti amici della “legalità”. Ho spiegato con chiarezza alla produzione la mia perplessità sulle foto apparse sul quotidiano italiano, così come sui numerosi casi in cui persone di etnia Rom venivano accusate di crimini efferati, al fine di provocare intolleranza nel popolo italiano e rendere possibile la grande operazione di pulizia etnica che avrebbe successivamente ridotto i Rom in Italia da circa 180 mila agli attuali 40 mila. Ho spiegato all’entourage di Tipurita che i Rom solo in casi rari di devianza picchiano i loro bambini e che l’elemosina era il solo mezzo con cui le famiglie potevano procurarsi mezzi di sopravvivenza. Ho proposto loro di incontrare la famiglia di “Bobi”, che si trovava in un insediamento a Pioltello, e di intervistare alcune giovani Rom costrette dalla povertà e dall’emarginazione a vivere mendicando. I responsabili di produzione, però, non accoglievano alcuna delle mie proposte. “Vogliamo qualcosa di diverso,” mi chiedevano. “Non potrebbe consentirci di incontrare Rom che comprano e vendono bambini, genitori Rom che seviziano i figli per costringerli a mendicare, prostitute Rom minorenni o ladruncoli Rom?”. Erano inutili i miei tentativi di spiegare loro che il popolo Rom presenta la stessa percentuale di ladri e di genitori indegni che hanno gli altri popoli, che nei campi avrebbero trovato indigenza, malattie, esclusione sociale, ma anche tanta solidarietà, una grande unione, uno spirito pacifico e un amore infinito per i bambini. A tale proposito, riportai loro un proverbio conosciuto dai Rom di tutto il mondo: “Tanti bambini, tanta gioia”. Ho offerto ai collaboratori di Tipurita tutto il materiale relativo ai nostri studi sui Rom (“Grazie, non si dia pena di inviarcelo”) e l’opportunità di conoscere personaggi che danno lustro al popolo più discriminato d’Europa: Santino Spinelli, Rebecca Covaciu, Dijana Pavlovic, Goffredo Bezzecchi e altri. “Se questa è la sua posizione,” mi rispondevano, “non è di nostro interesse incontrarla. Noi abbiamo un’altra visione riguardo ai Rom”. E chiudevano così la conversazione. La loro “visione” è diventata una delle più oscene calunnie mai diffuse dai media. La conosceremo nei dettagli domenica prossima.
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