Aviaria
“E…allora?”, chiede Simonetta.
Siamo seduti al tavolo di un bar di fronte al Pontile.
Sorpreso, mi sollevo su un gomito, guardandola con attenzione. “Perché?”.
Lei scuote le spalle. “Così, l’ho letto sul giornale di oggi”.
Queste parole mi lasciano interdetto. Preferisco precisare, quindi “Dunque, perché tanto mistero?”.
Lei si irrigidisce, ma solo per un momento, e non dice nulla.
Ma io, ancora frastornato, insisto “Coraggio, dimmi cosa hai”.
Simonetta no sa trattenersi ancora e replica duramente, rilevando di colpo la tensione che ha cercato di soffocare in sé fino a quel momento. “Torna l’incubo dell’influenza aviaria potenzialmente mortale anche per gli esseri umani -dice- infatti il ministero dell’Agricoltura britannico ha confermato che il virus che ha causato l’ultima epidemia di Sars (aviaria) in un allevamento di tacchini a Norfolk è del ceppo più pericoloso per l’uomo, l’H5N1. Circa 5.000 tacchini sono stati abbattuti.”
A queste parole mi sento triste e, pur non volendo farla preoccupare, mi alzo lentamente in piedi con un’espressione risentita e, con voce alterata, replico “Non è possibile!”
Simonetta mi invita a tacere con un gesto deciso della mano, ma senza ostilità, lo sguardo rivolto al mare. Poi fa un respiro profondo e, porgendomi il giornale, mi consiglia di leggere il pezzo che mi sta indicando.
E io leggo. E leggo che la zona di sicurezza, nella quale sono stati messi al chiuso tutti i volatili da allevamento e dove ne è vietato il trasporto, è grande quasi come l’intera contea di Norfolk. I casi sono stati registrati nella località di Diss. Si tratta del quarto caso di aviaria registrato quest’anno nel Regno Unito: a febbraio era emerso un ceppo H5N1 nel pollame a Upper Holton, nel Suffolk, mentre gli altri due casi, in Galles e nel Merseyside avevano riguardato le varianti H7N2 e H7, meno patogene.Prima di allora, solo un cigno era stato ucciso, nel 2006, dalla variante più pericolosa per l’uomo. Il tipo H5N1 del virus dell’influenza aviaria ha causato la morte di oltre duecento persone in tutto il mondo – per lo più in Estremo Oriente – a partire dal 2003, mentre milioni di uccelli selvatici e d’allevamento sono morti o sono stati uccisi per limitare la diffusione dell’epidemia.
Altri test sono in corso per stabilire la fonte dell’infezione e la Commissione europea è stata informata. Fred Landeg, capo veterinario del dipartimento, ha detto “Abbiamo già affrontato l’H5N1 quest’anno, ma questo caso è circondato dall’incertezza. È necessario dare notizie rapidamente su altri possibili casi, e imporre una stringente biosicurezza secondo i nostri piani d’emergenza”. Landeg ha detto che il ceppo è stato segnalato anche in Repubblica Ceca e Germania nel 2007.
Dopo aver letto questa notizia, rivolgo nuovamente lo sguardo a mia moglie. “Va bene” concludo con un profondo respiro.
Simonetta scuote la testa “Certo. Capisco la tua indignazione”.
“Comunque , adesso è meglio andare” dico.
Ci alziamo. Poi, prendendola sottobraccio, le sorrido in un modo un pò ironico. Fatti pochi passi, ci fermiamo un attimo a guardare il tramonto. Quindi, cingendole la vita, la guido con dolcezza verso casa. Dietro di noi il lastricato del lungomare. Non mi volto più indietro.
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