Autostrada del sole: cinquant’anni di storia italiana
Grazie alla presenza della prof.ssa Tullia Iori, Professore Straordinario nel settore disciplinare Architettura tecnica presso l’Ateneo di Roma Tor Vergata, si è parlato dell’Autostrada del Sole che proprio quest’anno compie il cinquantenario dalla sua costruzione.
50 anni dall’inaugurazione, quasi 60 dalla posa in opera del primo lotto della tratta. Ciò che più emerge dalla storia, legata alla costruzione di quella che è una delle più importanti infrastrutture del Paese e magistralmente raccontata dalla prof.ssa Iori, sono le ingegnerie sperimentate e già all’avanguardia all’epoca con cui è stato possibile realizzare un percorso stradale di 760 chilometri, difficilissimo per morfologia del territorio, nell’arco di 8 anni di lavorazione.
La coralità, la competizione tra eccellenze nella progettazione e costruzione di grandi opere, unitamente all’unione delle imprese italiane orgogliose di contribuire a questo sogno collettivo, sono tra gli elementi più caratteristici di questo pezzo di storia italiana. Entrando più nel dettaglio della trattazione è stato narrato come il progettista dell’intero tracciato avesse immaginato di ripetere identica la stessa tipologia di ponti, idea che invece è mutata con l’affidamento a diversi progettisti e imprese di piccoli lotti rispetto all’intero percorso. Questo mutamento dal progetto originario ha così permesso a tutti gli attori coinvolti, specialmente gli ingegneri progettisti italiani, di poter disegnare il proprio ponte originale per la strada dell’Unità nazionale. Questo progetto, inizialmente partito dall’industria privata e denominato Sisi, fu poi donato allo Stato per entrare a far parte del “Piano autostradale” ed è proprio questa sliding door storica che ha permesso la sequenza di capolavori unici in calcestruzzo armato, regalando un’arte ingegneristica unica all’intero progetto e garantendo la continuità del boom economico iniziato nel dopoguerra. Fu definita “L’autostrada più bella del mondo” dai tecnici stranieri, tanto che – non ancora completata – i suoi ponti furono subito esposti al Moma di New York.
Dopo un panorama storico così ricco ed esaltante, il messaggio positivo giunto a tutti gli astanti è stato di esaltazione della capacità di fare del nostro Paese, un messaggio che grazie all’intervento della Iori è rivolto al futuro e non al passato, seppur glorioso.
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