L’improvvisa scomparsa di Luca Foligni ha lasciato sconforto e dolore, oltre che nei familiari, anche negli amici delle realtà sportive dei Castelli; amici che hanno vissuto con Lui, nel corso di oltre un ventennio, i numerosi momenti degli allenamenti e delle gare di corsa, specialità atletica della quale Luca era appassionato e della quale era stato campione con risultati più che soddisfacenti. Nell’omelia della S.Messa, celebrata il 2 febbraio scorso nella cattedrale di Frascati, don Raffaello Torelli ha ricordato che era appena finita la parte di ‘vita terrena’ di Luca, come egli era appassionato della corsa e della vita, perché “correre è sinonimo di vivere”.
Articoli di Armando Guidoni
All’incontro di giovedì 16 febbraio presso la Sala degli Specchi di Palazzo Marconi “Pasolini incompreso: l’eredità di un profeta scomodo”, animato da Guglielmo Sanucci, partecipava una vasta platea che non voleva perdere l’occasione, attraverso le parole di un appassionato studioso, di rivivere qualche ora in compagnia dello scomparso poeta, saggista, scrittore e regista. Uomo in rivolta lo ha definito Sanucci prendendo a prestito il titolo dell’importante saggio di A. Camus pubblicato nel 1951 quando il giovane Pasolini, appena arrivato dal Friuli, non era che un oscuro professore, se mai lo fu, presso la scuola media di Ciampino.
Visita permanente degli scavi archeologici dei sotterranei di Palazzo Valentini, via IV Novembre, 119/A, tel. 06.32810.
Il Quirinale dall’Unità d’Italia a oggi, chiusura dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Palazzo del Quirinale, fino al 17 marzo, tel. 06.0608.
La macchina dello Stato, l’Italia unita, fino al 16 marzo, Archivio Centrale di Stato, piazzale degli Archivi, 27, tel. 06.54548538.
Italia, “Terra di non lettori e di Grandi della letteratura”: questo il paradosso che il Professor Aldo Onorati ha provocatoriamente lanciato nel corso dell’interessante incontro svoltosi nell’Aula Consiliare di Rocca di Papa, il 27 gennaio scorso, nell’ambito delle conferenze organizzate dall’associazione culturale l’Osservatorio.
“Sguardo sulla Narrativa italiana del primo Novecento” il tema trattato con la consueta maestria e competenza dall’illustre relatore, coordinato da Antonia Dilornardo, presidente dell’Associazione. Durante il dibattito è stato messo in evidenza, lo sforzo di collocare l’uomo, lo scrittore, il poeta nel vero periodo storico: molti autori del ‘900 sono nati infatti verso la metà o la fine dell’800 e formati quindi in un terreno temporale a cavallo di due secoli; tanti i nomi che Aldo Onorati ha tirato fuori dal suo cilindro di esperto affabulatore letterario, nomi che richiamano momenti di grande letteratura, letture, liriche, poesie, brani, drammi che fanno parte del nostro grande patrimonio culturale:
Il bravissimo Edoardo Galli di Ciampino, Sabato 18 febbraio, con 6 punti su 6, punteggio pieno, si è classificato primo portandosi a casa una coppa da campioni di scacchi al termine di un torneo corretto, combattuto per diverse ore a Cancelliera di Albano. Si è svolta infatti l’inaugurazione dell’A.S.D. SCACCHI IKIRU con un torneo ben riuscito che ha visto aderire numerosi giocatori giovanissimi dei Castelli Romani. L’ADS SCACCHI IKIRU, presieduta dall’istruttore Francesco Casiello, arbitro e dirigente nazionale Scacchi UISP, nei locali dell’Asilo “Il Grillo Parlante” , gentilmente concesso gratuitamente da Simone e Lucia, ha organizzato un riuscitissimo torneo tra alunni di scuole primarie.
L’abbiamo visto e constatato da tempo: la Protezione Civile è fondamentale per affrontare le crisi nel territorio, e fra le più dure i volontari non si risparmiano mai. Anche se infiammano le discussioni a livello nazionale fra sindaci, ministri e capi della stessa protezione civile, a livello locale le cose funzionano nonostante le ristrettezze economiche imposte dal governo e dagli organi regionali; funzionano perché c’è ancora qualcuno che si occupa o preoccupa degli altri, che investe sulla propria disponibilità senza la pretesa di avere un ritorno economico o di gratitudine alcuna.
A volte dimentichiamo i nostri 768 m, non ricordando che sino ai primi anni ’70 la neve era condizione ordinaria, che ci accompagnava da dicembre fino alle feste pasquali. Si affrontava la neve collaborando, aprendo passaggi, e quando era molta si caricava (nei punti di raccolta che dai vicoli si raggiungevano con le carriole) portandola al vecchio campo sportivo. Collaborazione e coordinamento erano fondamentali per la vita del paese. Era evidente che oltre un certo limite la neve andava rimossa (situazione ordinaria o prevedibile nelle zone montuose).
Un paese sommerso dalla neve come 27 anni fa, ma con molti più disagi, è apparso medievale come quando a far luce c’erano le candele o i lumi ad olio; oggi marzo 2012 la situazione è molto più grave, perché si contano i danni e la vita quotidiana si è abituata a quegli agi che sembrano esistere da sempre, quasi a dimenticare l’essenzialità del loro uso, ma che vengono ora messi in discussione dalla natura che senza colpa fa il suo compito. Con colpa invece hanno agito i gestori dei servizi di luce telefono ed acqua che grazie ad una carenza di manutenzione sulle linee hanno tenuto in ostaggio quasi 2000 persone al freddo siberiano
Visita permanente degli scavi archeologici dei sotterranei di Palazzo Valentini, via IV Novembre, 119/A, tel. 06.32810.
Nel segno del Rinascimento: Michelangelo e Raffaello, 180 opere, fino al 12 febbraio, Fondazione Roma, Palazzo Sciarra, via Marco Minghetti, 17, info@fondazioneroma.it.
Leonardo e Michelangelo: capolavori di grafica e gli studi romani, fino al 12 febbraio, tel. 06.0608.
Il Quirinale dall’Unità d’Italia a oggi, chiusura dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Palazzo del Quirinale, fino al 17 marzo 2012,info tel. 06.0608.
Gio Ponti, la sua ceramica tra il 1923-1930, fino al 19 febbraio 2012, Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi, via Nomentana, 70, tel. 06.0608.
La direzione regionale dell’Inps, sul finire dell’anno scorso, si è pronunciata tracciando una mappatura del mondo del lavoro nel Lazio, come relazione annuale alle evoluzioni regionali sul tema. Dall’approfondita analisi vengono fuori dati interessanti, tra cui diversi punti caldi come l’avanzare del precariato tra i giovani, metodo attualmente usuale in tema lavoro, pensioni più alte di 80 euro delle medie nazionali e disparità di trattamento retributivo tra donne e uomini di elevata esponenzialità. I lavoratori dipendenti del Lazio sono circa due milioni, di cui circa il 90% solo nella Capitale; di contro il mondo del lavoro autonomo, che conta circa 325mila unità, nello specifico 121.493 artigiani, 178.563 comercianti, 25.098 agricoltori. Avanza di molto il settore delle collaborazioni domestiche con la presenza di circa 120mila lavoratori nel settore, di cui il 90% solo in Roma. L’evidenza è proiettata sul precariato, come in accenno, in quanto l’Inps stima che il Lazio raggiunga la quota di 700mila lavoratori di cui la gran parte con contratto co.co.pro, dunque a contribuzione limitata.
Il saluto di un amico a Roberto Nicosanti
Roberto lo conobbi nell’estate 1978, quando fummo compagni ad un campeggio in Abruzzo: lui 11 anni, io 12. Due settimane isolati dal mondo, le notizie ci arrivavano quando qualche visitatore veniva a farci visita. Sorrideva spesso, quel ragazzino riccioluto e rispettoso. Non poteva fare a meno del suo sorriso sgargiante, faceva parte del suo modo di essere. Era pronto a qualsiasi fatica (eppure la paraculite dilagava!), segno che in famiglia era stato educato al lavoro con l’esempio: si andava nei boschi a procurarsi legna per il fuoco serale, quando il falò era il nostro focolare domestico. Si cantava, si scambiavano battute, si cresceva insieme. C’era anche un cugino di Roberto, Fabrizio: finito il campeggio lo persi di vista, poi, a una quindicina d’anni di distanza, fu un torneo di calcetto a lui intitolato a farmi gelidamente dedurre quel che era successo.
La 162° festa di Sant’ Antonio Abate si è svolta dal 14 al 29 Gennaio con grande partecipazione dei cittadini e di visitatori; è la festa più importante e spettacolare assieme a quella della Madonna della Neve, un evento molto sentito sia per la durata che per la congiunzione dell’aspetto religioso con quello meramente rurale. Di risonanza straordinaria all’interno di tutti i castelli romani è senz’altro la tradizione che impone di realizzare in onore di Sant’Antonio dei carri allegorici fatti dagli abitanti di Rocca Priora. Questi si impegnano per diversi mesi in gruppi di lavoro per decidere cosa e come fare, solitamente manufatti giganti dedicati al mondo campestre e molto apprezzati non solo dalla gente ma anche dalla giuria, composta da alcuni membri della Confraternita che ogni anno decide chi premiare.
Un’azione di sostanza. La “Giornata della Memoria” interpretata di petto, senza convegni più o meno ripetitivi o autoreferenziali. Comune, A.N.P.I., “Teatro di Terra”, “Amici del Teatro Aurora” e “Artemista” hanno promosso e realizzato la messa in scena, presso il Teatro Aurora, del dramma di Stefano Massini Processo a Dio. Il 25, 26, 27 gennaio, tre serate e tre matinée, per permettere la partecipazione anche alle scuole. Stefano Massini è autore giovane ma affermato. La sua quadrilogia di drammi, originale nei temi e personaggi, ha tuttavia uno sviluppo classico nell’uso del dialogo e nell’assenza di effetti modernisti. La scena del “processo” è in un magazzino del campo di concentramento di Lublino-Maidanek, appena liberato dai Russi; attori gli unici cinque sopravvissuti ed un capitano delle SS.
Il 2011 ci lascia, e con lui ha chiuso i battenti un locale storico, da bar e pizzeria “Nello”, all’ormai trentennale “Bar Ceccarelli”. Per un motivo o per un altro siamo passati tutti per questo locale, un tempo anche posto telefonico pubblico, sala giochi e ritrovo per le famigerate ‘chiacchiere da bar’. Per motivi diversi il centro storico, ex cuore pulsante sociale e politico (i comizi di piazza Vittorio Emanuele) del paese, è andato nel tempo a svuotarsi: da abitazioni, osterie, negozi, cantine. Resistono solo le attività dislocate dalla porta ogivale alla chiesa, attraverso la vecchia ‘Sergiata’.
Dalla mostra “Meraviglie dal Palazzo: Dipinti, disegni e arredi della collezione Wittgenstein-Bariatinsky” in quel di Palazzo Chigi, incentrata sulla figura della bella Leonilla Bariatinsky, si rimane colpiti per molti motivi: per la libertà della nobiltà ottocentesca, supportata da grandi ricchezze; per le ascendenze ‘esotiche’ (russo/lituane) di Antonietta Chigi, figlia di Leonilla, nella iconografia ufficiale quasi sempre ritratta su una seggiola, vestita di scuro, anziana, paziente, moglie del principe Mario Chigi, e che invece appare, nelle foto e nei ritratti giovanili, nel suo ambiente di provenienza. Si rivive lo spirito di un’epoca, lo splendore mitteleuropeo, tra disegni, acquerelli, incisioni che mostrano interni intellettuali e ben curati e ritratti che ne palesano i proprietari/ie dipinti da ottimi pittori della ritrattistica ottocentesca fra cui Petr F. Sokolov. Si gode di riflesso della vita agiata, ricca di dimore, figli, viaggi e piaceri di queste figure storiche imparentate con lo zar di Russia.
Suggestiva iniziativa quella dell’Amministrazione comunale che ha voluto ospitare nell’Aula Consiliare, dal primo all’otto gennaio, la bella mostra dei presepi allestita, prima della pausa natalizia, nella scuola di Colle delle Fate. Un tuffo nell’atmosfera più calda che possa offrire il Natale, nonostante le temperature rigide e con i freddi bagliori lungo le strade della neve caduta nei giorni precedenti: opere realizzate in casa dai bambini della scuola primaria e consegnate alle insegnanti nei giorni precedenti le vacanze. L’idea è frutto della valente insegnante di religione, la maestra Veronica Fiore, la quale, proprio con l’obiettivo di far rivivere in famiglia quell’attesa del Natale da condividere insieme, genitori e figli, ha proposto agli alunni e alle loro famiglie di creare in casa un presepe, proprio come si faceva una volta.
Anche per l’ausilio delle moderne tecnologie tutti scrivono e pubblicano, si sa. Il dato sembra metabolizzato e, a prescindere dalla varietà delle motivazioni, è comunque positivo. Constatare direttamente la vivacità del panorama di voci, sorprende e conforta ancora di più. Nel pomeriggio di domenica 22 gennaio la Biblioteca Comunale, elegantemente organizzata in uno splendido e luminoso palazzo, ha promosso ed ospitato “Femminile plurale”, le scrittrici sublacensi si raccontano. Dodici, tutte insieme con la stessa passione: Mariangela Ceci, Laura Checchi, Maria Lanciotti, Angela Martinori, Serena Micozzi, Maria Pelliccia, Letizia Ranzi Antonucci, Elena Segatori, Giusy Seno, Michela Tarascio, Dale Zaccaria, Pina Zaccaria Antonucci. Ognuna con un tratto distintivo per età, storia, percorso culturale e approccio letterario; ma in un grande affresco di colori ed ombre, generi e stili, sogni e realtà.
Un pensiero a Marcella Sparapani, venuta prematuramente a mancare il 9 gennaio scorso. La ricordiamo per la grazia naturale della persona
Presso l’Auditorium Comunale si è tenuto il consueto incontro annuale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione di Zagarolo-San Cesareo. Il presidente della sezione, luogotenente Antimo De Pasquale, ha diretto le operazioni da perfetto padrone di casa, ricordando innanzitutto che lo scopo dell’iniziativa è sia far conoscere le attività dell’Associazione, ormai molto attiva sul territorio, sia per ricordarne le finalità. Oltre alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia è stata infatti portata all’attenzione del numeroso pubblico intervenuto l’importantissima sottoscrizione dell’accordo che l’A.N.C. ha siglato col Comune, in base alla quale i volontari dell’Associazione saranno impegnati in attività di vigilanza e monitoraggio davanti alle scuole elementari e medie sia in occasione dell’entrata e uscita dai plessi sia con presenze improvvise, al fine di garantire più sicurezza possibile in momenti e luoghi molto delicati non solo per l’incolumità fisica ma anche, quando non soprattutto, per l’impedimento di attività quali lo spaccio di sostanze stupefacenti.
La musica è la sua passione, uno di quei sogni dai quali non ti svegli perché sono realtà. Tutto è iniziato a dieci anni, quando rimase affascinato dalla figura di un batterista su un manifesto; sentendolo poi suonare, quella musica l’aveva come investito e travolto. A quattordici anni riuscì a comprare una Sonor, la sua prima batteria. L’Istituto d’Arte frequentato dopo le medie ha permesso ad Alberto Croce, trentaduenne di Rocca di Papa, di crescere, vivere e studiare in un ambiente ricco di stimoli, circondato da artisti che non hanno fatto altro che incoraggiare e accrescere la sua creatività. Nel 2009 Alberto, insieme a Giuseppe Militello e Luis Lopez realizzò uno spettacolo sul Cantico dei Cantici nella cripta della Chiesa del Gesù. Era presente, invitato, un suo professore, David Marcelli, il quale compiaciuto gli chiese di registrare la colonna sonora del dvd che presentava il catalogo artistico di Ugo Cossu, anch’egli professore dell’Istituto d’Arte.
Numerose sono ancora le persone che in Africa aprono gli occhi e sono sole. Molte di queste sono lasciate nel letto di un ospedale arroccato ad attendere una fine certa, sperando che sia la più veloce possibile. Altre ridono e scherzano, soprattutto i bambini, che ignari del loro avvenire, danno qualche colpo su tamburi improvvisati, creando l’atmosfera calda e solidale della vita africana. Bimbi, adolescenti, adulti e anziani, ogni giorno continuano a non ‘conoscere’ cosa sia l’istruzione, vittime di un sistema che costantemente li opprime. Gli scarsi aiuti umanitari destinati all’Africa, sono per lo più manipolati dalle grandi organizzazioni internazionali, le quali forniscono soltanto assistenza istantanea, senza considerare la necessità di una crescita con effetti che durino nel tempo. D’altronde l’ignoranza permette di governare senza problemi e senza limiti.
Gremita, come mai era avvenuto, la chiesa di S. Gregorio Magno a Monte Porzio nella celebrazione liturgica per l’ultimo saluto a Marco Primavera, prima di presentare le sue spoglie a “Colui che tutto muove”. Marco ha lasciato tutti dopo un lungo periodo di malattia, che ha trascorso con grande coraggio anche attraverso il web, del “coso”, il suo male con il quale ha unito migliaia di persone amiche. Con la loro presenza ed i loro innumerevoli messaggi, ha trovato la forza per combattere il male, in una sfida impari, senza regole e senza confini, nella quale Marco ha subìto la pesante sconfitta.
Una storia che ha dell’incredibile e che coinvolge in modo un po’ misterioso il nostro mondo cittadino. Si parte da una tela dipinta a olio che rappresenta uno scorcio di Via Frascati, poco prima del fontanile (dove ancora oggi è possibile osservare volenterose signore che ancora preferiscono lavare a mano la biancheria), non distante da quella che viene chiamata Valle Focicchia. Una panoramica di Rocca di Papa ridotta all’essenziale, sovrastata dalla Fortezza e da alcuni edifici sulla strada, perfettamente riconoscibili anche con le ristrutturazioni avvenute negli anni. I colori sono vivaci, spiccano tra le mura scrostate che vanno dal beige al rosa, dal marrone al senape, il verde delle piante che allora costeggiavano la strada.
Quattro fine settimana a Ciampino all’insegna del sorriso, ma anche della riflessione sulla vita . Al cineteatro “Il Piccolissimo” di Via L. Ariosto, infatti, un significativo lavoro è stato messo in atto con la commedia dal titolo “Due più Due” della Compagnia Teatrale “Teatro Pensiero Libero”, scritta, diretta e interpretata dal versatile artista Massimiliano Staderini. Il pubblico ha riempito fino a qualche giorno fa le serate de ” Il Piccolissimo” trascorrendo attimi di piacevole divertimento per l’umorismo che ha accompagnato la rappresentazione, durante la quale non sono mancati momenti di commozione derivanti dal sottile, delicato filo conduttore dell’opera: eutanasia sì, eutanasia no. Il protagonista, nella persona del dottor Grazia (M. Staderini), in servizio presso il misero quanto attuale Pronto Soccorso, smaltisce a modo suo il lavoro e quindi la moltitudine dei pazienti che giornalmente si presenta con i propri malanni coinvolgendo anche i suoi pensieri.
Salutare una persona come Anna non è facile. Sempre presente e mai opprimente, lascia un segno – che non è un vuoto – in tutti quelli che l’hanno conosciuta e frequentata nel corso della sua vita ricca d’incontri. Anna Bracaglia Morante (classe 1931) è un pezzo di storia che va tenuto a mente. Maestra elementare ottiene il suo primo incarico a Priverno (LT), poi nei paesini sperduti della provincia di Roma, da Rocca Canterano ad altre amene località arrampicate sui monti. Anna c’era quando fu firmata la Costituzione Italiana, c’era quando fu riconosciuto il diritto di voto alle donne, c’era nelle lotte operaie, nelle conquiste sofferte per i diritti basilari dell’uomo e per il principio di pari dignità per tutti. Anna c’era nei ribollenti anni ’70, a sostenere la lotta per una rivoluzione culturale che sarebbe passata anche attraverso tanti errori e tanta sofferenza.
È questa la vita che sognavo da bambino
è questa la vita che sognavo da bambino
un po’ di Apocalisse, un po’ di Topolino
Lorenzo Cherubini
Ci vergogniamo in molti di vivere in un territorio dove la maggior parte dei comuni deve ancora far partire la raccolta differenziata (quando questa dovrebbe già essere superata), però si continua a parlare di bellezze, turismo, monumenti naturali e bla bla bla … Ci vergogniamo di vivere in un luogo dove le persone tengono casa come uno specchio, si rifanno il bagno nuovo e poi vanno nottetempo a scaricare i calcinacci della loro casa perfetta lungo le strade che sono di tutti noi. Ci vergogniamo di vedere il lago che muore. Al suo capezzale si affaccia il solito gruppo di volontari volenterosi, soliti noti, mentre molti lo frequentano per la passeggiata e nemmeno si accorgono delle condizioni in cui è ridotto.
“Gli occhi dell’anima” (UniversItalia editrice) è l’ultima fatica letteraria della giornalista e scrittrice frascatana Eliana Rossi pubblicato in questi giorni.
Si legge nella prefazione: L’anima ha davvero gli occhi? E se sì, di che colore sono? E se non avessero alcun colore? Eppure sono occhi che ascoltano, osservano, scrutano, penetrano fin nei profondi meandri della nostra psiche, alla ricerca della consapevolezza del nostro agire. Sono occhi che ci aiutano a distinguere il bene dal male, che ci sanno condurre verso l’altro o ci uniscono alle infinite particelle del macrocosmo, per non farci sentire mai soli, perché non siamo soli. Domande, risposte, dubbi, incertezze, che si ritrovano nel flusso ininterrotto di pensieri che ci accompagnano in ogni ora del giorno e per tutta la vita e che ci aiutano a superare le piccole o grandi difficoltà della nostra esistenza.
Mostra di Fabrizio Faraoni e di Rossella O’Hara presso la Curia Vescovile di Frascati
Sabato 4 febbraio 2012, presso la Curia Vescovile di Frascati, si è inaugurata la mostra d’arte “Vita, il miracolo dell’altro che ti somiglia”, promossa dall’Associazione “Nuovi Castelli Romani” in collaborazione con l’Agenzia per i Trapianti e le Patologie Connesse. Patrocinato dalla Diocesi di Frascati, dal Comune di Frascati e dalla Regione Lazio, l’evento artistico si svolge nell’ambito della campagna informativa di educazione alla donazione degli organi. In mostra due artisti significativi, lo scultore Fabrizio Faraoni e Rossella O’Hara, artista di arte Ikebana.
I tempi sono brutti, strozzati. Come non lo sono mai stati, dal dopoguerra. L’Italia va in bancarotta. Già sta. Quel che si fa è per provare a rialzarsi. Il governo per far cassa sta raschiando dei cittadini ogni piega del portafoglio. Pure quella degli spiccioli. È penoso. È inevitabile. Ormai lo sappiamo tutti. Se Monti non lo facesse, sarebbe peggio. L’hanno messo lì apposta. Per fargli fare questo lavoro, quasi sporco. Che i partiti non hanno saputo, voluto, potuto fare. Se il professore fallisce, finiamo come in Grecia. A lingua fuori. Allora, contribuenti spremuti e tagli. Tra i quali, quello dei soldi ai comuni. Per tirare avanti obbligati a loro volta a spremere la gente, aumentando tariffe e addizionali. Per chi paga, razione doppia, di bastonate. Passaggio scorbutico per i sindaci.
Straordinaria e geniale idea: un matrimonio di note tra cinque laghi e cinque continenti. Music “ON VOLCANIC LAKES”, 5 composers for 5 continents è il titolo significante. Cinque brani di musica originale contemporanea ognuno realizzato da un compositore proveniente da un diverso continente e dedicato ed ispirato ad uno dei cinque laghi vulcanici del Lazio, celebrando e percorrendo storia e leggenda. David Osbon (Regno Unito – Europa) per Bracciano con The Spirit of Sabate, Khaled Shokry (Egitto – Africa) per Albano con Ab Oracolo ad Cuniculum, Michael Williams (New Zealand – Oceania) per Bolsena con Amalasunta, Giuseppe Lupis (Usa – America) per Nemi con Il Remo d’Oro, Kye Ryung Park (Korea del Sud – Asia) per Vico con Oltre le sponde. Subito si percepisce l’impresa titanica.