Athanasius Kircher e il santuario della Mentorella
Recentemente è finalmente apparsa in italiano l’autobiografia di Athanasius Kircher, grande uomo di fede e di scienza, che nella seconda metà del Seicento fece letteralmente rinascere il celebre santuario mariano della Mentorella, sito nel versante orientale dei Monti Prenestini. Il testo da poco pubblicato (Vita del reverendo padre Athanasius Kircher scritta da se medesimo, a cura di Flavia De Luca, La Lepre edizioni, 124 pagine, 14 euro) è una traduzione dal latino originale del manoscritto conservato nell’Archivio Romano della Compagnia di Gesù e, come ha scritto Nicoletta Tiliacos sulla pagina II de Il Foglio dell’8 maggio scorso, dimostra come «nella incredibile ma vera vita del gesuita nato in Germania nel 1602, ci fu perfetta coincidenza tra l’uomo pio e devoto alla Madonna, pronto a riconoscere la mano della Provvidenza divina in ogni vicenda che lo riguardasse, e il pirotecnico inventore, oltre che dottissimo studioso, versato in tutto lo scibile umano e autore di una quarantina di trattati sui temi più diversi». In pratica, la figura del Kircher, benché lontana da noi diversi secoli, apre ad uno dei temi più scottanti e difficili dell’epoca contemporanea, vale a dire la complessa relazione tra la fede e la scienza, dimostrando come le due realtà siano perfettamente conciliabili, nonostante convinzioni d’opposto segno che oggi sembrano andare per la maggiore. Del resto, è proprio un motivo scientifico che porta il gesuita a scoprire, tra i boschi delle alture prenestine, il piccolo santuario mariano, ritenuto da molti il più antico d’Italia. Scrive la Tiliacos: «Quando si tratta di indicare ciò per cui spera di essere ricordato, non cita la grandiosa opera del Collegio Romano, non il Teatro del Mondo nel quale rappresentava pantomime colte di fronte alla crème dell’epoca, e neppure i trattati illustrati di musicologia, di vulcanologia, di matematica. Kircher parla invece a lungo del santuario della Mentorella, dove oggi, in un’urna ai piedi dell’altare, è conservato il suo cuore. Una chiesetta diroccata e quasi seppellita in un bosco nei pressi di Tivoli, scoperta durante uno dei giri di esplorazione alla ricerca di esemplari per l’erbario o la collezione di minerali. Sull’altare, coperta di ragnatele, c’era l’immagine della Madonna delle Grazie… Kircker racconta come riuscì a far restaurare il santuario con donazioni di Leopoldo d’Austria e di principi tedeschi, e come poi, dal 1664, promosse un pellegrinaggio annuale alla Mentorella, il 29 settembre, giorno di San Michele Arcangelo, dedicato alle confessioni». Grazie al Kircher, il sacro luogo torna dunque a rifiorire e a traboccare di pellegrini, anche se, successivamente, causa soprattutto l’assenza di una comunità religiosa stabile e la soppressione della Compagnia di Gesù, ricade nell’abbandono, per risollevarsi, poi, definitivamente intorno alla metà dell’Ottocento, per mano dei Padri Resurrezionisti. Il cuore di Athanasius Kircher sepolto alla base di un pilastro della cupola della chiesa è, per i pellegrini e per chi conosce la vita di questo insigne religioso e studioso, un grandissimo segno di umiltà: l’uomo che scopre e che inventa non può non guardare oltre ciò che scopre e che inventa per acquisire, finalmente, la perfetta quadratura d’ogni cerchio. Una lezione aperta a tutti, anche agli uomini di sola scienza.
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