Assalto israeliano: da Gaza all’ONU, stupore e rabbia
Intervento che viola un elementare principio di proporzionalità, o addirittura, secondo molti, espressione di una logica terroristica: sono alcuni dei giudizi raccolti dalla MISNA dopo la drammatica conclusione del blitz israeliano nelle navi della “Freedom Flotilla”.
L’azione di forza, definita “scioccante” dall’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Navi Pillay, ha suscitato stupore e incredulità anche tra i movimenti per i diritti umani impegnati nella Striscia di Gaza. “Un intervento della Marina era prevedibile – ha detto da Gaza City alla MISNA Mustafa al-Kayyeli, della ‘Campagna palestinese per la fine dell’assedio’ – ma non un’aggressione del genere: all’invio di aiuti umanitari Israele sembra rispondere con politiche di tipo terroristico”. Alla MISNA al-Kayyeli ha descritto una regione allo stremo dopo tre anni di assedio pressoché totale, imposto da Tel Aviv con l’accordo del Cairo. “Negli ospedali non si riesce più a lavorare – hanno detto alla MISNA da Gaza City – e Israele non permette di lasciare la Striscia neanche a chi ha bisogno di un intervento d’urgenza”. L’arrembaggio è avvenuto a circa 65 chilometri dalla costa di Gaza, non in acque territoriali israeliane. Secondo Andrea Giardina, professore di diritto internazionale all’Università “La Sapienza” di Roma, al caso della “Freedom Flotilla” non poteva essere applicata la “dottrina della difesa costiera” che consente agli stati interventi di “protezione funzionale” anche in mare aperto. “Gli attivisti – dice l’esperto alla MISNA – non costituivano in alcun modo una minaccia militare alla sicurezza di Israele; il blitz sembra essere avvenuto in violazione del criterio di proporzionalità e potrebbe aprire la via a un duro confronto nelle sedi delle Nazioni Unite”. Dalla Cisgiordania l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha annunciato la richiesta di una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. A chiedere “un’inchiesta completa” è stato anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea (UE), Catherine Ashton, secondo la quale bisogna aprire subito e “senza condizioni” un corridoio umanitario e commerciale verso la Striscia. Dopo la netta condanna del governo turco, migliaia di persone stanno sfilando in segno di protesta nel centro di Istanbul. Cortei e manifestazioni sono in programma però in diverse altre città, non solo nell’area del Mediterraneo. Tre giorni di lutto invece in Cisgiordania, dove il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas ha denunciato in diretta televisiva “un massacro”.
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