Asili nido: dati Istat confermano che i servizi per la prima infanzia sono un’opportunità riservata ancora a pochi bambini
Asili nido: Save the Children, dati Istat confermano che i servizi per la prima infanzia sono un’opportunità riservata ancora a pochi bambini. Garantire rapidamente la copertura su tutto il territorio, a partire dalla riconversione degli spazi inutilizzati nelle scuole materne
“I dati sugli asili nido diffusi oggi dall’Istat sono l’ennesima conferma di come nel nostro Paese i servizi per la prima infanzia siano un’opportunità riservata ancora a pochi bambini. I primissimi anni di vita sono di cruciale importanza per lo sviluppo e per il futuro stesso dei minori e per questo è fondamentale che a tutti i bambini venga garantito l’accesso al nido e a servizi socio-educativi di qualità per la prima infanzia. Solo così potremo contrastare alla radice quelle disuguaglianze educative che purtroppo segnano il cammino dei minori sin dalle prime fasi della loro vita”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
“Auspichiamo un forte intervento già nella legge di bilancio per il sostegno alle famiglie nel pagamento delle rette dei servizi, che se confermate dovrebbero rappresentare una vera e propria “dote educativa” da garantire a tutti i bambini fin dalla primissima infanzia, ma queste devono essere accompagnate da un contestuale investimento per la copertura dei servizi per la prima infanzia su tutto il territorio nazionale, che oggi presenta ancora troppe differenze a livello territoriale, con una copertura che raggiunge il 19,6% nei comuni del nord-est ma che si ferma a poco più del 5% al sud. Percentuali troppo basse che richiedono un impegno concreto e urgente nella manovra economica per l’implementazione del sistema di educazione ed istruzione da 0 a 6 anni, a partire dalla riconversione di quegli spazi all’interno delle scuole dell’infanzia che oggi continuano a rimanere inutilizzati in conseguenza del calo demografico”, ha concluso Raffaela Milano.
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