Ariccia. : Il PCI sulla costituzione della Sezione Anpi
Ariccia. : Il PCI sulla costituzione della Sezione Anpi
“Nel giorno del 51° anniversario della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello Statuto dei Lavoratori (L.300 del 1970 recante “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”), il Partito Comunista Italiano di Ariccia e dei Castelli romani accoglie con estremo favore e si impegna a promuovere la massima adesione e partecipazione delle iscritte e degli iscritti di Ariccia al processo di formazione e costituzione della sezione locale dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. – così il commento di Andrea Sonaglioni segretario della Federazione comunista dei Castelli romani – Un invito che estendiamo a tutte le nostre concittadine e a tutti i nostri concittadini, in particolar modo ai più giovani, che hanno in animo un sincero sentimento democratico e che hanno a cuore i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, consapevoli di chi e come li ha conquistati e di quanto è importante preservarli ed estenderli per costruire la società del futuro, la futura umanità. Tale impegno, infatti, si incardina coerentemente con la nostra storia e con i valori che più di tutti ci rappresentano e tramandiamo, specialmente se si guarda all’impegno che il PCI ha profuso nelle lotte antifasciste che hanno interessato la parte centrale del secolo scorso. Infatti, nonostante la clandestinità imposta dal regime fascista, il contributo del Partito alla Resistenza fu colossale e determinante per la vittoria nella lotta di Liberazione. Come auspicato dal più grande pensatore del Novecento nonché fondatore e ispiratore più alto del nostro Partito, Antonio Gramsci, i comunisti hanno vissuto, vivono e continueranno a vivere da partigiani. Il celebre brano del dirigente comunista sardo “Odio gli indifferenti” è lì a ricordarcelo, specialmente nei seguenti passaggi: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia”. E ancora: “Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. A ulteriore testimonianza del peso e del ruolo rivestito dal PCI nella Resistenza e nella lotta di Liberazione, – continua il dirigente comunista – è bene ricordare giusto qualche esempio, seppur in maniera estremamente sintetica, dell’immane attività svolta dal Partito: dopo aver pagato in misura maggiore discriminazioni, pestaggi, reclusioni e condanne all’esilio, il PCI promosse l’istituzione del Comitato di Liberazione Nazionale, costituì le Brigate Garibaldi con le loro decine di migliaia di partigiani e partigiane combattenti, istituì i commissari politici nelle stesse Brigate Garibaldi fondamentali per motivare i componenti delle brigate, rafforzarli ideologicamente e accrescerne l’omogeneità politica; e poi coordinò i Corpi Volontari della Libertà, i Gruppi di Azione Patriottica, le Squadre di Azione Patriottica, le indomite staffette, costituì il Fronte della Gioventù, i Triumvirati Insurrezionali, l’Unione Donne Italiane, guidò il coordinamento coi sindacati nelle lotte operaie, diresse le esperienze di democrazia progressiva delle Repubbliche Antifasciste. Interminabile, poi, l’elenco delle compagne e dei compagni eletti nell’Assemblea Costituente, di cui forniamo una versione ristretta solo ai più conosciuti: Palmiro Togliatti, Nilde Iotti, Luigi Longo, Concetto Marchesi, Teresa Mattei, Giorgio Amendola, Ilio Barontini, Adele Bei, Giuseppe Dozza, Nadia Gallico Spano, Giuseppe di Vittorio, Girolamo Li Causi, Angiola Minella, Teresa Noce, Agostino Novella, Gian Carlo Pajetta, Maria Maddalena Rossi, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Emilio Sereni e il Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini che ha scolpito con la sua firma, in eterno, la promulgazione della Costituzione. Molte le testimonianze direttamente riconducibili ad Ariccia, come quella del compagno Guerrino Perucca, partigiano, segretario del PCI di Ariccia e primo Sindaco eletto democraticamente della nostra città; oppure quella del nostro concittadino compagno Dante Franceschini, partigiano a Firenze insieme a Sandro Pertini e componente indispendabile della scorta dei segretari CGIL Giuseppe Di Vittorio e Agostino Novella e successivamente del Segretario del PCI Enrico Berlinguer. Tutti personaggi memorabili, tutti comunisti. Moltissime altre verranno ricordate durante l’iniziativa di domenica 23 maggio, a partire dalle ore 18:00 a Piazzale Mazzini (Belvedere di Ariccia). Ebbene, visti gli esiti gloriosi a cui ha condotto, tale incalcolabile contributo ha trovato larga espressione nella nostra Carta Costituzionale, i princìpi della quale l’Anpi si impegna quotidianamente a difendere e far attuare. A maggior ragione in un contesto come quello odierno contraddistinto da disuguaglianze strutturali e conseguente elevato grado di disagio sociale che trova facile approdo nelle spinte reazionarie, nell’intolleranza, nella xenofobia, nel populismo e nel revisionismo galoppante. Ancor più grave se si pensa che i corresponsabili sono soggetti che si autodefiniscono di sinistra ma che al Parlamento Europeo – si veda la fantasiosa Risoluzione del settembre 2019 – votano a favore dell’equiparazione tra nazifascismo e comunismo o che si presentano insieme alle destre nazionaliste in “solidarietà” alle politiche espansionistiche e di pulizia etnica di Israele a danno dei Palestinesi, confondendo senza soluzione di continuità vincitori e vinti, oppressi e oppressori. Un insulto alla storia e al percorso democratico della nostra Repubblica che l’ANPI Nazionale, come noi tutti, ha immediatamente ed esplicitamente condannato esprimendo grande preoccupazione. Se, pertanto, come recita lo statuto dell’Anpi, essa intende concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli, il PCI c’è come c’è sempre stato; se essa intende tutelare l’onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione e far valere e difendere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese, il PCI c’è come c’è sempre stato; se essa lavori per mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi, il PCI c’è come c’è sempre stato; se essa intende promuovere studi intesi a mettere in rilievo l’importanza della guerra partigiana ai fini del riscatto del Paese dalla servitù tedesca e delle riconquiste della libertà, il PCI c’è come c’è sempre stato e se essa intende battersi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni, il PCI c’è come c’è sempre stato. Alle cittadine e ai cittadini di Ariccia – cocnlude Andrea Sonaglioni – ribadiamo che ci siamo stati nella Resistenza e nella lotta di Liberazione, che ci siamo stati nell’emanazione e promulgazione della Costituzione e che ci siamo stati e continueremo a esserci nelle lotte per la sua piena attuazione. Viva i partigiani, viva la Resistenza, viva il PCI, viva l’ANPI! “.
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