Argine via Divino Amore analizza le decisioni del TAR
Argine via Divino Amore analizza le decisioni del TAR: fiducia che alla fine anche la giustizia riconoscerà la illegittimità della speculazione del cemento a Marino
Durante il pomeriggio del 18 settembre scorso, a Santa Maria delle Mole, diverse decine di aderenti al comitato Argine via Divino Amore (ADA) – fondato nel giugno 2011 – si sono incontrati con il loro avv. Giorgio Marino per analizzare le ordinanze emesse dal TAR a inizio settembre scorso a riguardo di una richiesta di sospensiva. Va ricordato che il comitato ADA ha contrastato sin dal 2011 le decisioni di Palozzi e del Centro Destra di cementificare l’area del Divino Amore con un progetto che vedeva coinvolte anche le società di Parnasi, per oltre un milione e trecentomila metri cubi di cemento. ADA aveva presentato il suo primo ricorso al TAR alla fine del 2011, un secondo ricorso nel 2013, con molteplici depositi aggiuntivi e ben 13 richieste di discussione presso il TAR degli atti, dal 2014 fino a giugno 2020. Nonostante tutta questa azione il TAR ha ignorato nella sostanza per ben 9 anni la questione proposta dai cittadini.
“La necessità di fissare un punto fermo dopo nove anni di inquietante attesa del giudizio di merito sugli atti di Palozzi e del Centrodestra di Marino del 2011 che volevano cementificare una zona amplissima del territorio di pianura per svariate decine di ettari nell’area Divino Amore, Mazzamagna e Mugilla, ci ha indotto a presentare recentemente una richiesta cautelare al TAR, cioè un pronunciamento sulla sospensiva di quegli atti per avere un’accelerazione della discussione del merito. I nostri avvocati, che ringraziamo in specie nella figura dell’avv. Giorgio Marino, hanno ritenuto fondamentale questo passaggio, pur consapevoli che la sospensiva poteva non essere accettata, come di fatto è stato indicato dalle recenti ordinanze del TAR. Ma ora, la presenza dell’ordinanza del 7 settembre prodotta dal TAR costituisce un atto inoppugnabile dell’esistenza di questo oramai decennale contenzioso amministrativo che come sappiamo, grazie all’azione efficace del Comune di Marino e, per il Parco dell’Appia Antica, delle Regione Lazio, è giunto anche a livelli più elevati di valutazione giuridica, investendo la Corte Costituzionale per un ricorso dei costruttori.
Confidiamo che i giudici più attenti possano ora leggere davvero tutte le carte a partire dai nostri ricorsi depositati sin dal novembre 2011 e rendersi conto della situazione nella sua interezza. Restiamo dunque fiduciosi nella giustizia, convinti che alla fine farà il suo corso e metterà una definitiva parola di chiusura pure alla questione legale, unica rimasta sul tappeto dopo i vincoli urbanistici approvati anche a livello ministeriale dal MIBACT su questa area pregiata, vincoli che la rendono fortunatamente oggi non più depredabile da decisioni politiche di bassa lega“.
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