ARF! il Festival del Fumetto di Roma
ARF! il Festival del Fumetto di Roma
«Quel che non è riuscito a fermare la pandemia, lo sta fermando Palaexpo!»
[o anche: di paradossi sul Contemporaneo e cecità culturale]
Senza bisogno di andare a scomodare l’immenso patrimonio italiano di Maestri riconosciuti in tutto il mondo come Pratt, Mattotti, Pazienza, Crepax, Manara, Giardino, Toppi e tanti altri, in un momento – di questo già complicato 2020 – in cui anche i grandi media nazionali diventano megafono del linguaggio del Fumetto contemporaneo e dei suoi protagonisti (Josephine Yole Signorelli in arte Fumettibrutti sulla copertina di 7 del Corriere della Sera sulle tematiche di parità di genere e transessualità, Zerocalcare «ultimo intellettuale» sulla copertina de L’Espresso, Zuzu già autrice della sigla de L’Assedio di Daria Bignardi ora testimonial di Gucci su Grazia), è proprio di questo mese l’azione con cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – attraverso la sua Direzione Generale Creatività Contemporanea – riconosce e INCLUDE formalmente il Fumetto tra le discipline di cui già si occupa (arte contemporanea, architettura, fotografia, videoarte e arti applicate, moda, design) siglando quella che è de facto la prima Convenzione quadro dello Stato italiano con un intero settore professionale, rappresentato ufficialmente dall’Associazione di categoria RIFF – Rete Italiana Festival di Fumetto di cui lo stesso ARF! è socio fondatore insieme a Comicon di Napoli, Etna Comics di Catania, Lucca Comics & Games e Treviso Comic Book Festival, cioè un settore che ogni anno in Italia è capace di coinvolgere oltre un milione di presenze, con un indotto economico e una ricaduta sui territori di oltre 300 milioni di euro.
Eppure, paradossalmente, martedì 17 novembre abbiamo ricevuto unilateralmente, come ennesima comunicazione “a fatto compiuto” (cioè senza alcuna volontà di dialogo o confronto), la notizia che l’Azienda Speciale Palaexpo – ente pubblico di Roma Capitale in giunta Raggi a meno di 6 mesi dalle prossime elezioni amministrative, che dipende dall’Assessorato alla Crescita Culturale guidato da Luca Bergamo* – dal 2021 esclude il nostro Festival da tutte le attività del Mattatoio (ex MACRO Testaccio), mettendoci alla porta da quella che è stata la nostra casa sin dal 2016, cioè da prima che subentrasse il nuovo CdA.
*[questioni che avevamo già esternato allo stesso Luca Bergamo lo scorso 14 ottobre 2019, quando Palaexpo ci tolse La Pelanda e noi chiedemmo semplicemente una convocazione – mai concessa – per l’istituzione di un possibile tavolo di lavoro in cui confrontarsi su formazione, didattica e arti visive, cioè quelle “nuove linee di indirizzo” del Mattatoio in cui una manifestazione come ARF! rientrerebbe pienamente].
L’Azienda Speciale Palaexpo, nella persona del suo Presidente Cesare Maria Pietroiusti, ci comunica via mail – nero su bianco – che non rientriamo più nella loro «visione del contemporaneo» (cioè l’esatto contrario di quanto sta sostenendo la DG Creatività Contemporanea del MiBACT) con tutta una serie di burocratismi degni del miglior conte Mascetti in Amici miei, che quantomeno denota una buona conoscenza di Mario Monicelli.
E questo, nonostante ARF! nelle sue 4 edizioni al Mattatoio [1] abbia prodotto una serie di mostre straordinarie come quelle dedicate a Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Milo Manara, Gipi, Zerocalcare, Guido Crepax, Jordi Bernet, Danijel Zezelj, Attilio Micheluzzi, il Mickey Mouse della Glénat o la celebrazione dei 70 anni di Tex + [2] abbia offerto indimenticabili Lectio Magistralis con la presenza di ospiti di massimo prestigio quali Altan, Tanino Liberatore, Josè Muñoz, Angelo Stano, Riccardo Mannelli o Paolo Eleuteri Serpieri + [3] abbia espresso vere opportunità di lavoro (oltre 10.000 portfolio ricevuti in 5 anni dagli autori esordienti per più di 1.000 colloqui professionali fissati con le case editrici) così come [4] vera cultura di pace e rispetto dei diritti umani al fianco di partner solidali come Emergency, Cesvi, Dynamo Camp, Amnesty International e UNHCR + [5] abbia accolto un pubblico di oltre 60.000 visitatori totali da tutta Italia, compresa [6] una coloratissima moltitudine di bambini nella propria Area Kids a ingresso gratuito, che ogni anno offre 18 laboratori creativi con le docenze delle migliori firme del panorama nazionale, costantemente SOLD OUT a ogni edizione!
>>> Senza nemmeno considerare i 66.309 euro donati all’INMI Lazzaro Spallanzani proprio in questi ultimi 6 mesi grazie al libro a fumetti COme Vite Distanti (vincitore del Premio Boscarato 2020), realizzato da ARF! durante l’emergenza sanitaria Covid-19, che ne ha fatto (cit:) «la più grande raccolta fondi mai realizzata dal Fumetto italiano» attraverso l’unione, il talento e la generosità dei suoi protagonisti: gli autori, i partner e i lettori <<<
Ma tutto questo a Palaexpo e al suo artista/presidente Pietroiusti (ora “coordinatore del tavolo di programmazione”) non interessa!
Non rientriamo nel loro «cambiamento di paradigma» all’interno di «una specifica visione curatoriale» che ora dipende da «un complesso meccanismo decisionale» che comprende per l’appunto questa «visione strategica di analisi qualitativa» (?) che prenderà forma e si incentrerà su «una complessa e articolata sequenza di eventi» che siano «coerenti con la proposta culturale del nuovo Mattatoio».
Una visione, insomma, che al di là della propria astratta arbitrarietà (nella gestione di un bene pubblico della città, non di una galleria privata) rimane chiara soltanto a se stessa, alla propria voce autoreferenziale.
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È allora con questo spirito costruttivo ma al contempo combattivo – necessario per chiunque a Roma operi nella promozione culturale e nell’organizzazione di eventi, in una città che spesso di ETERNO ha solo la cecità culturale, l’assoluta mancanza di progettualità, di una rete coordinata e soprattutto di una continuità che permetta agli operatori della Capitale di lavorare su uno storico – che ARF! Festival convoca una
CONFERENZA STAMPA
fissata per
giovedì 26 novembre p.v. alle ore 12:00
(link privato per collegarsi a fine mail)
Che sarà soltanto la prima delle controffensive del nostro Festival.
Basate su una verità oggettiva (scripta manent alla mano, nero su bianco), sui risultati concreti raggiunti in questi anni e – perché no? – anche sull’ironia, un’arma che ci contraddistingue da sempre: sì, perché saranno anche un paio di momenti in cui strapperemo un sorriso che – insieme a tutti i giornalisti che si accrediteranno – ci condurranno alle future mosse di una fiera manifestazione indipendente che in sole 5 edizioni ha posizionato il proprio brand tra le eccellenze italiane del settore.
LA DIREZIONE DI ARF! FESTIVAL
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