Ardea: “In Conferenza servizi diremo ‘no’ a discarica della Ciocca”
“Nel corso della Conferenza dei servizi del prossimo 3 novembre diremo il nostro convinto ‘no’ alla discarica della Ciocca. Abbiamo chiesto e ottenuto la possibilità a partecipare. Non è possibile pensare che possa sorgere una discarica di quel genere a 300 metri dai confini comunali”. Lo ha detto in una nota il sindaco di Ardea Luca Di Fiori in riferimento al procedimento di valutazione dell’impatto ambientale per la realizzazione di una discarica controllata per rifiuti non pericolosi promossa dalla società Paguro. “Il Comune di Ardea ha già sollevato in forma scritta, e lo farà anche nella conferenza dei servizi, tutta una serie di rilievi legati al nostro parere contrario – ha aggiunto il primo cittadino – Si tratta di un’area di pregio ambientale che non può essere devastata dalla realizzazione di una discarica di quel genere. Ricordo che a poca distanza, oltre ad esserci gli abitati di Tor San Lorenzo e Nuova California (dove vivono oltre 20mila persone tutto l’anno e si supera i 150mila abitanti in estate), c’è uno dei giardini più frequentati d’Italia e uno dei vivai più importanti d’Europa. A due passi dal mare una discarica del genere? Non mi pare sia una scelta capace di rispettare l’ambiente. Non posso pensare che le nostre imprese possano essere messe in ginocchio per una scelta così assurda. Come non posso pensare che i nostri cittadini possano subire, per l’ennesima volta, una scelta calata dall’alto. Non si tratta di una scelta di non voler un impianto del genere nel proprio ‘giardino di casa’ ma di una conseguenza dettata dal buonsenso. Dov’è lo Stato se ad Ardea questo buonsenso non lo si garantisce? Abbiamo sopportato una discarica a Roncigliano, poi andata a fuoco. Ora non possiamo tollerare altre ferite. Ricordo alla Regione, e in particolar modo all’assessore all’Ambiente, che abbiamo bisogno di servizi e di opere per il risanamento igienico-sanitario. Di sicuro, non si può lasciare un Comune da solo. E non lo si può lasciare in balia di scelte private che deturpano interi paesaggi. Lo Stato – in questo caso la Regione – non può chiudere gli occhi. Deve alzare la testa”
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