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ARCHEOCLUB DI MONTE COMPATRI ALL’OPERA

ARCHEOCLUB DI MONTE COMPATRI ALL’OPERA
Gennaio 07
08:50 2024

ARCHEOCLUB DI MONTE COMPATRI ALL’OPERA- ESCURSIONE EREMO SANT’ANGELO IN LACU

L’Archeoclub di Monte Compatri ha organizzato l’escursione con i soci  che ha visto la visita del sito dell’Eremo di Sant’Angelo in Lacu. Il percorso è iniziato presso il territorio di Rocca di Papa e ha visto il passaggio per la macchia di bosco misto (quercia, tiglio, acero) che era il bosco originario della zona Castelli Romani prima dell’introduzione del Castagno nel XVI-XVII sec. d.C. per ragioni economiche, per le mura del Convento di Palazzolo (Albano Laziale), in grotte di roccia vulcanica (peperino), per panorami sul Lago,  ruderi, rocce leucitiche e condotti di incanalamento delle acque. Arrivati sul sito, dove la storia del Romitorio vede il passaggio di varie epoche (dall’epoca prelatina al XVIII sec. d.C.) e seguendo un percorso a tratti impervio dove si sono  utilizzate anche delle corde, si è letto il testo di un socio estratto da Youtube e Nemora di seguito riportato:

Situato sulla sponda orientale del lago di Castel Gandolfo- o Lago di Albano- e antico luogo di culto precristiano sul quale si innesta una comunità monastica, fa la sua prima apparizione nei documenti ufficiali in una bolla papale del 24 aprile 1116. Il Cardinale Savelli lo restaura nel XIII e lo destina ai padri Guglielmini di Montevergine. Abitato sino al 1600, risulta che i frutti coltivati nel romitorio di Sant’Angelo in Lacu venissero serviti alla mensa papale di Castel Gandolfo. Nel corso del XVII secolo tutta l’area dei Castelli Romani è infestata dai briganti, i quali trovano rifugio anche nell’eremo che risulta ormai abbandonato e perciò il Cardinale Colonna, nel 1773,  dà l’ordine di distruggerlo. Oggi, una cappella risalente all’incirca al 1200 è tra le cose più immediatamente visibili. All’interno è ancora chiaramente visibile il piccolo abside ospitante una statua moderna in gesso di Maria Vergine, in frantumi. La parete deve essere stata intonacata nel Novecento, da qualche gruppo di fedeli che di tanto in tanto si recava qui in pellegrinaggio. La statua distrutta, i fiori sbriciolati, le immaginette storte e sbiadite, tutto lascia pensare a uno stato di abbandono perdurante. Fino a non molto tempo fa il romitorio di Sant’Angelo era oggetto di escursioni, poi l’abbandono e una frana lo hanno reso difficilmente raggiungibile e il risultato è chiaramente visibile. Vi aggirate fra i resti, infilandovi nelle piccole camere adiacenti la cappella e scoprendo che un tempo costituivano una serie di locali  dal soffitto basso. Una volta usciti dalle cavità guardate in alto e vi rendete conto che la struttura sembrava essere costituita anticamente da due piani. Non sappiamo dire con certezza se originariamente questo ambiente fosse sotterraneo o se i secoli abbiano depositato detriti fino a rendere il terreno calpestabile del bosco a livello del piano superiore. Proseguendo oltre vi imbattete in una struttura che vi lascerà perplessi. Si tratta del cosiddetto ‘grottino’ o ‘cella’, ovvero un arco dalla forma bizzarra interamente scolpito nella roccia. Attraversandolo vi trovate in un piccolo ambiente simile a una balconata, circondati da sedili. Affacciandovi realizzate di essere all’interno di un masso a strapiombo su una rupe che troneggia sul bosco sottostante. Questa curiosa struttura fa parte delle vestigia remotissime e precristiane annidate nel complesso di Sant’Angelo in Lacu e riutilizzate, poi, dai monaci. Il luogo in oggetto era, difatti, sede di culti religiosi già in epoche in cui la Lega Latina e Roma non avevano ancora visto la luce. Il grottino sembra fosse arcaicamente un ambiente probabilmente chiuso, una sorta di enorme guscio d’uovo  in cui probabilmente ci si ritirava per meditare. Un’altra possibilità è che qui dentro si svolgessero dei rituali atti a segnare la rinascita o la resurrezione metaforica di un individuo. Furono i soldati tedeschi, nella Seconda Guerra Mondiale, a scoperchiarlo parzialmente, per farne un nido di mitragliatrici. L’idea di una camera rocciosa oscura in cui ritirarsi per meditare o rinascere, realizzata per di più in epoca praticamente preistorica, vi lascia perplessi.

Foto: Eremo Sant’Angelo in Lacu.

 

 

 

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