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Aquino.Frosinone. Attacco al consigliere comunista (Pietro Ferone)

Marzo 03
12:16 2021

Aquino.Frosinone. Attacco al consigliere comunista (Pietro Ferone) per bloccare l’azione oppositrice.

 

Settemilanovecentoquattro (7.904) sono in comuni nel nostro Paese. Diverse decine o centinaia, a seconda della grandezza appartengono alle singole Province. Ad esempio nella Provincia di Frosinone i comuni sono novantuno. Molti sono belli, storici, ed ognuno a modo suo rappresenta un unicum irripetibile. Che poi, generalizzando, è la stessa bellezza e fondamenta della cultura e della storia e dell’ essere popoli della nazione italiana. Una di queste perle comunali, in provincia di Frosinone è il comune di Aquino. Ma qui, in questi giorni, – anzi forse da parecchio tempo – sembra che gli amministratori locali, a cominciare dal Sindaco, siano più interessati a far conoscere la cittadina non per le proprie peculiarità, ma per una bega che si basa dalla paura del controllo. Dalla ossessione di evitare che oppositori si interessino a cosa fa l’amministrazione. Dalla caccia alle streghe contro i fantasmi che si aggirano per l’Europa: i comunisti. E’ solo partendo da questa contraddizione, tra la bellezza della cittadina e dei suoi abitanti, e la protervia persecutoria che ispira il primo cittadino contro il consigliere comunale Pietro Ferone, del PCI, che si manifesta questa attenzione, anche nei media e nei social del comune ciociaro. Non a caso, da una vicenda chiaramente secondaria, incardinata caparbiamente in un processo civile, nonostante la netta vittoria ottenuta dal consigliere comunista, il comune che cosa fa? Continua nella persecuzione. Davvero è così pericoloso il controllo che il comunista Ferone potrebbe esercitare democraticamente in consiglio comunale nei confronti di maggioranza e Giunta e Sindaco? Davvero l’azione dei comunisti di Aquino, ben rappresentati da uno dei consiglieri che ha avuto maggiori consensi elettorali (e che forse tutti gli elettori di Ferone saranno chiamati a rispondere anche loro di lesa maestà?), può mettere in crisi, arginare, azzoppare, stravolgere, l’azione amministrativa del sindaco e della sua maggioranza? Non diciamo fesserie! Pietro Ferone, chi lo ha sostenuto, la sezione comunista, la Federazione del PCI di Frosinone, vogliono solo e solamente ribadire, ricordare, che nel nostro Sato democratico l’opposizione nei consessi eletti è il sale e uno dei veri controbilanciamenti della azione politica e amministrativa a tutti i livelli. Di questo non si può avere negazione né dal sindaco, né dalla maggioranza! Come ha comunicato Bruno Barbona, segretario della Federazione PCI Frosinone: “si è celebrato ieri (1/03/2021) il Consiglio comunale straordinario, “in presenza” e con la presenza del pubblico nonostante la zona gialla, con un solo punto all’ordine del giorno, impedire l’esercizio della democrazia rappresentativa, estromettendo dallo stesso Consiglio, per l’ennesima volta, il Consigliere compagno Pietro Ferrone. Considerato che lo Stesso Consigliere è stato reintegrato in consiglio in forza di una sentenza del tribunale, disattesa dall’assise aquinate, reiterando per altro con atto  illeggittimo, sia nella forma che nella sostanza, la situazione precedente alla sentenza stessa, fatto questo che sarà sottoposto all’attenzione degli organi competenti, unitamente alla valutazione della verifica dell’azione persecutoria posta in essere nei confronti del consigliere comunale Pietro Ferrone,  tra i più votati nella scorsa tornata elettorale, con lo scopo di impedire l’esercizio della carica  e il diritto dovere di consigliere. Questa federazione provinciale del PCI – conclude il documento del segretario Barbona –  nel prendere atto del comportamento antidemocratico e illeggittimo non ché, persecutorio nei confronti del compagno Pietro Ferrone, da parte dell’amministrazione, al quale viene impedito ancora una volta il diritto di prendere parte all’assise comunale, per il quale è stato liberamente eletto,  al quale va la solidarietà mia personale, della Federazione provinciale e dei compagni della provincia di Frosinone, unitamente allo sdegno per quanto accaduto,  rinnovando l’impegno e l’appoggio per una  nuova battaglia legale politica e di civiltà a cui tutti siamo chiamati a dare il contributo a prescindere, per affermare l’esercizio della democrazia rappresentativa e le libertà democratiche e costituzionali. “. Da parte sua, il combattivo Pietro Ferone, che oltre a ricevere attestati di stima e solidarietà contro questa barbarie strisciante, ha le idee chiare sul da farsi, ribadisce: “Evidentemente, ancora una volta, la priorità dei nostri amministratori, in questo periodo di pandemia e di grave crisi economica, è quella di estromettere Pietro Ferone dal Consiglio Comunale. Si è arrivati perfino a convocare un consiglio straordinario in presenza, con tanto di pubblico, nonostante il livello di emergenza elevato in zona arancione e DPCM vari che indicavano di tenere le riunioni a distanza salvo la SUSSISTENZA DI MOTIVATE RAGIONI. Evidentemente cacciare “illegittimamente” il sottoscritto dal consiglio comunale costituiva una motivata ragione, superiore perfino alla grave crisi che si sta vivendo da oltre un anno e superiore perfino al rischio della salute dei presenti. Un consiglio comunale illegittimo – spiega Ferone – in quanto non rispetta l’esito della sentenza della Corte di Appello di Roma che prevedeva il reintegro in consiglio comunale del sottoscritto. Un consiglio comunale  illegittimo anche sul piano procedurale dove alla ragione ha prevalso la frenesia e la volontà ancora più esplicita dei nostri amministratori di cacciare il sottoscritto dal Consiglio. In poche parole un vero e proprio attacco alla democrazia e alla rappresentatività democratica del nostro paese. Ancora una volta per  continuare a svolgere il mandato accordatomi dagli elettori – conclude Pietro Ferone – sono costretto a vedere riconosciuto i miei diritti davanti al giudice ed è  per questo motivo che  ho dato ampio mandato al mio legale. Ormai è chiaro che siamo di fronte ad un vero e proprio accanimento nei miei confronti, dopo una sentenza esecutiva della Corte di Appello che ha disposto il mio reintegro in consiglio comunale. e questo solo per un motivo: impedire un opposizione ferma e decisa. Sono vittima di un atto di prepotenza e arroganza politica da parte di questa amministrazione che dall’atto dell’insediamento ha perseguito solo ed esclusivamente un unico scopo: estromettermi dal consiglio comunale.”.

 

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