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Appunti per un futuro (meno?) incerto: mestieri in declino, ambiente, (inconciliabile) partitismo italiano, ‘piccoli principi’…involvono

Appunti per un futuro (meno?) incerto: mestieri in declino, ambiente, (inconciliabile) partitismo italiano, ‘piccoli principi’…involvono
Novembre 29
08:45 2024

Negli anni ’90, mentre moriva il futuro del giornalismo esistito fino ad allora, siamo stati allievi giornalisti; ora, mentre muore il futuro del cinema fin qui considerato, tutti allievi cineasti. Mentre un’arte muore tutti te ne rivelano i segreti, ma non è gratis né per te né per loro…

L’I.A. farà il resto? Potrebbe, per la scrittura, per le immagini, tentando di toglierci penna, matite, il primato della creatività. Però… finchè ci saranno pazzi visionari, o bravi artigiani, la tentazione di creare sarà più forte della macchina che non può avere intenzioni poiché è capace di immagazzinare infinite informazioni e metterle in infinite relazioni ma ama… nulla.

Continuando a fingere che non abbiamo costruito case sui fiumi e cementificato troppo territorio, faremo un favore agli autocrati, ai tycoon, a coloro che si sentono al di sopra del patto sociale di cui fanno parte anche la conservazione del territorio, il lavoro, la socialità, il benessere e la pace in quella forma che ci siamo dati che è la democrazia. La democrazia, non esiste, secondo una battuta in voga, perché possa essere comprata. Il gioco nel quale ogni individuo esiste se si sente migliore di un altro è diventato planetario e pericoloso: prima soccombevano i sud della terra, oggi ogni individuo davanti ad un altro che intenda umiliarlo, comprarlo, davanti, per esempio, ai profeti dello spazio infinito che poiché posseggono una visione dall’alto credono di aver visto tutto o di vedere più degli altri.

Se in Italia il voto non ha ancora espresso chiaramente cosa vuole, ha espresso invece chiaramente cosa non vuole: la sinistra al governo e la mentalità di destra. Ovvero. Al governo è considerata più ‘potabile’ una compagine di destra, centro destra (stavolta si è un po’ esagerato con personaggi che non condividono i fondanti della Costituzione, ma se buona parte della popolazione non sa o non condivide che la Costituzione sia antifascista per Storia, non poteva andare che così). Destra fa più serio, più impegnato, e poi le Destre di solito si mantengono unite per interi mandati mentre le Sinistre no. La mentalità, invece, secondo la massa critica, deve mantenersi su valori condivisi dalla sinistra: europeismo, solidarietà, diritti delle minoranze, antirazzismo, perché considerati più presentabili sul fronte europeo e mondiale: a tale dicotomia contribuisce il fatto che l’opposizione, specialmente nel caso di governi che hanno deciso di affrontare tutto da soli, senza consultare le parti sociali (che di solito hanno tradizioni centenarie, ma che farsene di queste se si punta al presidenzialismo?), l’opposizione può mettere in campo la propria voce sui diritti civili e del lavoro, che sono trasversali, sugli scioperi e manifestazioni macroscopiche alle quali si mescola il gradimento di tutto quel centro destra che ‘a pelle’ sente che non si può negare tutto a tutti lasciando solo uomini, (un pochino donne), bianchi, in età produttiva e riproduttiva, sposati o conviventi, meglio tutti con figli, fedeli a dio/patria/famiglia ‘senza se’ e ‘senza ma’. Anni di ‘montagne russe’ fra uno schieramento e l’altro dimostrano ormai questa divisione del sentire politico che oltre ad essere tale sulla scena partitica italiana, è anche nella mente di ogni elettore/elettrice: una ‘indecisione’ a schierarsi del tutto, salvifica per alcuni aspetti, che paralizza la vita civile per altri. Non che si possa risolvere con il milionario/tycoon solo al comando, così come pensa un paese ‘più giovane’ come l’America: la nostra esperienza è che il milionario ed i suoi, dopo un po’, accolti dal sistema, cominciano ad amare un po’ di più la democrazia, forse perché la vivono da vicino; l’elettore ignorante, invece, non si sa come, rimane tale. Ed oggi voler restare ignoranti è, comunque, una scelta e non più una triste realtà una volta riservata ai più poveri, agli esclusi.  

Molti di noi hanno sottovalutato l’importanza del linguaggio, ma di fatto, una minoranza, almeno per ora, di ragazzi e ragazze si pesta a calci e pugni corpo a corpo, in risse multiple, s’accoltella, si spara, uccide i propri coetanei perché…non sa parlare. La Constatazione è dolorosa ma va fatta. Lasciamo stare i messaggini che creano più guai che altro o la logorrea da reel su questo o quell’altro social: quella è tutta una sicumera per rappresentare se stessi (quanto siamo bravi, quanto siamo belli), al limite per vendere qualcosa (perché il concetto della compravendita, quello, i ragazzi lo conoscono da quando sono nati come anche quanto conti presentarsi bene, che poi conta, se non si affida tutto solo a quello). Ma tutta questa attività social non serve a mettersi in relazione con gli altri, alla pari: ovvero funziona se ‘io ti spiego’, ‘io ti insegno’, ‘io ti faccio capire’, ‘io ti mostro’, ma se poi vuoi entrare in relazione con me lo puoi fare solo da ‘vassallo’ e senza poterti permettere altro. Questa non è relazione, potrebbe essere nel migliore dei casi ‘relazione commerciale’, coltivazione esagerata di tanti ‘io’. Per capire l’altro, farsi capire, mettersi in relazione non serve nemmeno codificare le paroline empatia, sorriso, educazione: l’altro, infatti, potrebbe anche essere brutto-sporco e cattivo ed io, individuo, dovrei riuscire ad entrarci in contatto lo stesso, semplicemente perché siamo alla pari. Questo del pari è un concetto mai coltivato nemmeno dai ‘di loro’ genitori perché l’importante, anche per molti di loro cresciuti sempre all’ombra del concetto ‘meno cittadino più consumatore’, è essere differenti, dal look alle frequentazioni esclusive, essere superiori, di fronte a chicchessia. I ragazzi, sia ben chiaro, imparano anche da sé, senza l’aiuto delle famiglie: soprattutto entrando in gruppi dove tutti si somigliano, coi loro ego smisurati, poco studio, molta superficialità che non fanno fatica ad imparare dai molti esempi che li circondano: in tanti usano il telefono per mirabolanti avventure egotiche ma poi non sono capaci a cercare l’indirizzo di un ufficio (comune-polizia locale-sanità) e la procedura per fare una pratica, o a leggere un documento; mancano di concentrazione e capacità di mettere in relazione, ogni cosa va bruciata perché poi ce n’è subito un’altra nuova. Sarebbe importante confondersi con tutta l’altra umanità di ragazzi che studiano, studiano e lavorano, fanno volontariato, già pronti a trovarsi un posto nel mondo che non sia solo dalla prospettiva del ‘che cosa prendo’ ma del ‘cosa posso dare’. Il linguaggio, interloquire con gli altri, accettare le loro visioni del mondo, condividerle, essere altri tra gli altri, imparando dialettiche di mediazione è il punto focale di crescita di questi ‘piccoli principi al contrario’. (Serena Grizi)

Film:

Paris Texas di Wim Wenders (1984) Le immagini sfocate o dai colori saturi di Wenders e la musica di Ry Cooder diventano summa del cinema fatto fino ad allora…

La terra dei figli di Claudio Cupellini (2021) In un futuro ‘distopico’, il ‘vecchio’ mondo distrutto da una catastrofe, un figlio è costretto a cercare qualcuno che, sapendo leggere, gli legga gli appunti del padre perché la scrittura è persa e non sa cosa significhi amare…

Sono tornato di Luca Miniero (2018) Un duce straniato, riapparso dopo decenni presso la Porta Magica, gira per una Roma contemporanea mettendoci poco ad accorgersi di quanto sia ‘amato’…

Il campione di Leonardo D’Agostini (2019) Un campione del calcio, ricco e vincente, esiste per gli altri per quello che rappresenta ma fatica a trovare la sua dimensione di persona…   

Veloce come il vento di Matteo Rovere (2016) Giulia e Loris sono fratelli e tutti e due campioni di Gran Turismo, li divide una generazione ma cercano assieme…la strada di casa

Libri:

L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono (1953) Un pastore spende la sua vita a mettere a dimora ghiande che diventano alberi, ispirato da una storia vera

Giornata mondiale del libro

M. Il figlio del secolo e M. L’uomo della provvidenza di Antonio Scurati (2019-2020)

#Nonleggeteilibri – M. Il racconto potente della storia

Da un libro all’altro: Malvaldi, Scurati, Xinrán, Genna; rileggere Miguel Benasayag e Gérard Schmit

Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre di Andrea Scanzi (2021)

#Nonleggeteilibri – ‘Sfascistoni’, ‘politica’ anticostituzionale 3.0

Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry (1943)

Il Piccolo Principe al Teatro Civico

Nell’immagine un fotogramma da: La terra dei figli

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