Appello dell’UNHCR e di Save the Children
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e Save the Children – che dal 2006 operano come partner nell’ambito del progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell’Interno – dichiarano di non avere la possibilità di incontrare e informare sui loro diritti i migranti egiziani e tunisini giunti in Italia via mare.
Come già accaduto più volte, anche oggi alle organizzazioni è stato negato l’accesso ai 78 migranti egiziani sbarcati a Siracusa, tra cui 25 minori non accompagnati. Le organizzazioni, così come stabilito anche dalla convenzione con il Ministero dell’Interno, avevano richiesto di poter incontrare i migranti a conclusione delle ordinarie operazioni da parte delle forze dell’ordine e prima che fossero adottati provvedimenti sul loro status giuridico ed eventuali misure di allontanamento dal territorio italiano.
Dall’inizio dell’anno sono stati centinaia i migranti egiziani e tunisini rimpatriati senza avere avuto la possibilità di entrare in contatto con le Organizzazioni umanitarie, che svolgono un’importante attività di tutela nei confronti di persone bisognose di protezione tra cui rifugiati, vittime di tratta e minori non accompagnati. Una problematica sollevata anche da Francois Crepeau, Special Rapporteur per i diritti delle persone migranti presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, al termine della sua missione in Italia dello scorso ottobre 2012.
L’UNHCR, l’OIM e Save the Children, pur comprendendo l’importanza di esercitare il legittimo controllo delle frontiere nell’ambito di flussi migratori misti, ribadiscono la necessità di tutelare i diritti di tutti i migranti indipendentemente dal loro Paese di origine, e chiedono nuovamente alle autorità che venga concesso alle Organizzazioni di svolgere pienamente le attività di tutela previste dal proprio mandato.
Altre organizzazioni umanitarie si sono associate all’appello dell’UNHCR come il Gruppo EveryOne il quale denuncia le continue violazioni dei diritti dei migranti e dei profughi che sbarcano in Italia; migranti ai quali è spesso negato anche l’incontro con le organizzazioni umanitarie, le sole che possano informarli sui loro diritti e assisterli nella richiesta di protezione e accogllienza. Centinaia di migranti vengono rimpatriati così: come aggetti sgraditi e non esseri umani. Per mettere in atto le procedure di rimpatrio, le autorità italiane attribuiscono ai migranti nazionalità e stati che a loro avviso consentono la deportazione indiscriminata. Così, negli ultimi mesi, sono stati deportati tanti esseri umani perseguitati: cristiani copti, dissidenti, omosessuali, donne considerate “impudiche” in base a leggi discriminatorie, minori non accompagnati. In particolare, agli egiziani e tunisini non è mai concessa l’opportunità di avere un’audizione da parte delle organizzazioni umanitarie. Il Gruppo EveryOne sostiene l’appello lanciato dall’UNHCR e da Save the Children: l’Italia interrompa le deportazioni e rispetti i diritti fondamentali di migranti e profughi.
Per ulteriori informazioni:
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