Appello ai militanti del Partito Democratico: impedite che vi sfascino il partito!!!
Il contenuto degli articoli è a mio parere spaventoso.
Mercoledì 10 giugno si anticipa che il leader più triste del centro sinistra voglia spaccare il PD, ritornare a due partiti divisi, per agganciare Casini e rilanciare una grande alleanza contro Berlusconi.
Magari con D’Alema come segretario nazionale del partito rosso pallidissimo, quasi rosa.
Spaventoso!
Venerdì 12 si ripropone come una notizia da prima pagina la stessa sbobba. La notizia è: “Pd, l’offensiva di D’Alema ‘Io leader? extrema ratio'” con un’aggiunta: D’Alema “Dà lo stop a Debora Serracchiani (contro la quale si scatenano molti big Popolari)”.
La Debora è quella fanciulla che ha incassato più voti di Berlusconi in Friuli, dopo aver sbancato sul web con un suo discorso contro i leader del PD e mostrato uno stile nuovo scontrandosi con la Brambilla a Ballarò.
La Debora è la speranza oggi per il PD. Veltroni l’ha capito e parla di rinnovamento della dirigenza del partito.
Evidentemente è in corso uno scontro durissimo. Uno scontro di culture: alcuni si dedicano all’alchimia delle formulette politiche invece di parlare dei problemi del Paese, di costruire una vera opposizione e un vero controllo di massa sulla legalità di politici e amministratori, riformare il Paese, liberarlo dal giogo della burocrazia.
La battaglia ovviamente non si risolverà nei retrobottega.
Tutto dipenderà dalle persone che si sono recentemente impegnate nel PD sperando nel rinnovamento e nella possibilità di mettere al centro della costruzione di questa neonata forza politica la concretezza che parte dalle realtà locali. In questo settore il PD può vantare molte esperienze di grandissimo valore. Sono parecchi i comuni dove sindaci e assessori del PD stanno portando avanti grandi cambiamenti e iniziative rivoluzionarie sul piano ecologico, sociale e del coinvolgimento diretto dei cittadini (vedi ad esempio l’associazione dei Comuni Virtuosi, su Peccioli vedi qui, anche qui e infine qui).
Come chiusa osservo che D’Alema si paragona, secondo Repubblica, all’omerico eroe Aiace Telamonio, valoroso assediante nella guerra di Troia. Figlio di Telamone, re di Salamina, Aiace è definito da Omero ‘baluardo degli achei’.
Ma evidentemente D’Alema non è proprio in forma. Paragonarsi a Aiace è una pessima auto profezia: infatti l’eroe finisce male: si infuria perché non gli vengono consegnate le armi del defunto Achille e decide di uccidere Agamennone, capo degli Achei. Ma la Dea Atena per impedirglielo lo fa uscire di senno e lui si suicida gettandosi sulla propria spada. Pessima idea.
Auguri caro signor D’Alema!
SPERIAMO IN UNA NUOVA GENERAZIONE DI LEADER ANCHE DENTRO REPUBBLICA!
Anche i quotidiani perdono le elezioni. E sicuramente Repubblica dovrebbe cospargersi il capo di cenere. Soffre degli stessi disturbi comportamentali dei leader del centro sinistra e ne determina in gran parte la linea politica visto il suo peso mediatico. D’Alema è quel che è grazie al pluriennale appoggio di Repubblica.
Repubblica preferisce tacere sui grandi scandali nazionali. E buttarsi nel gossip. Da settimane continua a ripetere le 10 domande a Berlusconi sulla papi-story. Pensate se avesse messo in questi anni lo stesso impegno nel denunciare i grandi scandali italiani: il Cip6, che rubò 60 mila miliardi di lire alle fonti rinnovabili per regalarli ai petrolieri, la diossina ad Acerra, che continua a essere quasi il doppio di quella a Seveso quando fu evacuata (e si continua a tacere!). Repubblica poteva avvisare gli italiani del dissesto Parmalat come fece Beppe Grillo. E poteva allertare gli italiani sull’imminente crollo finanziario USA. Aveva gli strumenti e le professionalità per scoprire quel che in tanti avevamo ormai capito.
Invece Repubblica non lo ha fatto. Sostenendo una linea politica gemella a quella dei DS e del PD: fallimentare. Ma mentre il PD prendeva legnate elettorali Repubblica non soffriva crolli di vendite. Quindi mentre il PD si interroga Repubblica si sente bella e vittoriosa. Miracoli del fatturato.
La direzione di Repubblica preferisce non sporcarsi le mani facendo il suo mestiere di rendere trasparente la vita politica ed economica nazionale, i retrobottega dei partiti sono più affascinanti e danno l’ebbrezza di avere le mani in pasta nel potere…
Speriamo che decidano di smetterla con questa linea editoriale disastrifera.
NON SONO DEL PD MA VOGLIO UN PD FORTE. SONO PAZZO?
Io non sono del PD, non simpatizzo neppure. Ma credo che il PD possa essere una forza positiva per l’Italia. Sicuramente molte persone sensate hanno creduto che la nascita del PD fosse una grande possibilità per il riformismo italiano.
Si tratta di persone di valore che hanno veramente intenzione di dare vita a un nuovo modo di fare politica.
Io credo che il riformismo in Italia abbia una possibilità se saprà unire tutte le forze riformiste. Invece di dividersi sulle questioni di principio bisognerebbe unirsi sugli obiettivi concreti e urgenti che tutti potrebbero condividere.
Per questo ho a cuore la crescita del PD. Io vedo i progressisti come una squadra che ha un obiettivo comune al di là delle sfumature. Vogliamo cancellare l’era Berlusconi, vogliamo una giustizia che funziona e una burocrazia più leggera ed efficiente. Vogliamo che finisca l’era degli sprechi e della corruzione.
Questo vuole il popolo dei progressisti. E per averlo ci serve un grande movimento di oppositori radicali capaci di vivere e di consumare in modo diverso ma ci serve anche un PD forte, un’IDV forte, un partito ecologista, un partito radicale e un partito comunista forti. E ci serve che questi partiti siano in mano a una nuova generazione di dirigenti esenti dalle malattie mentali dei vecchi apparati. (Fonte: Cacao della domenica)
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