Appello ai lavoratori della scuola
In pochi anni, dopo l’approvazione della Legge 107 e i seguenti decreti attuativi, i lavoratori della scuola si trovano a vivere un altro momento critico, il rinnovo di un contratto apparentemente fermo al 2009, ma che in realtà è stato oggetto di numerosi provvedimenti legislativi, purtroppo in senso peggiorativo. Arriviamo a questo momento senza che vi sia stata la mobilitazione necessaria, che abbiamo provato a stimolare e richiedere dall’assemblea autoconvocata dello scorso settembre.
Crediamo infatti che senza di essa sia impossibile ottenere quelli che paiono elementi imprescindibili: un adeguato aumento salariale, che recuperi gli otre 300 euro di potere di acquisto persi nel periodo di vacanza contrattuale, una parte normativa che recuperi dignità per il lavoro e democrazia nella gestione della scuola. Il rinnovo del contratto ora, oltre a questi aspetti fondamentali, deve anche servire per rigettare indietro i provvedimenti più nefasti della 107, ad esempio riconducendo il cosiddetto bonus premiale al salario tabellare, eliminando la chiamata diretta e i contratti triennali, normando le competenze e gli utilizzi dei docenti del potenziamento, restituendo alla scuola la centralità formativa compressa da elementi come l’alternanza scuola-lavoro.
Il governo, se da una parte ha interesse a chiudere la partita entro la prossima scadenza elettorale, dall’altra non vuole rinunciare a questi aspetti così caratterizzanti del progetto renziano, tentando anzi persino di inasprirli, ad esempio rendendo obbligatorie e non retribuite le mansioni connesse all’alternanza e introducendo la possibilità per i dirigenti scolastici di comminare sanzioni disciplinari in modo del tutto arbitrario.
Perciò invitiamo tutti i colleghi, docenti e ATA, a scioperare il prossimo 23 Febbraio, che ci sembra essere l’ultima data utile prima delle elezioni politiche per poter incidere efficacemente sulla trattativa contrattuale. Invitiamo altresì ad unirsi allo sciopero, indetto per ora dai sindacati di base, anche i sindacati confederali che stanno trattando all’ARAN, perché una trattativa non sostenuta con una partecipazione e mobilitazione dei lavoratori è già perdente in partenza.
Riteniamo fondamentale una partecipazione larga a quella giornata per riaffermare la necessità di principi generali chiari a tutela dei lavoratori della scuola, quali sono quelli regolati dal Contratto nazionale. Questa è l’unica strada per evitare il verificarsi delle tristemente note guerre tra poveri; lo sciopero del 23 infatti avrà al suo interno anche la questione, che tutti conosciamo, dei diplomati magistrali. Finché la legislazione scolastica sarà fatta di norme e cavilli che si accavallano l’uno sull’altro, si lascerà spazio alle lotte intestine che non possono che indebolire nel suo complesso il mondo del lavoro. Abbiamo invece bisogno di un contratto che sia una tutela stabile a livello economico e normativo, di leggi che non possano minare i diritti in esso presenti, di percorsi formativi chiari e univoci per l’accesso ai ruoli della scuola, in ogni caso nel rispetto dei diritti già acquisiti.
Scioperiamo tutte e tutti, spingiamo anche gli altri lavoratori e sindacati a mobilitarsi. Se stiamo a guardare, qualcun altro farà per noi.
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