Apologhetto 2
C’era una volta un brav’uomo che commerciava in pregiate stoffe orientali. Viveva bene del suo lavoro, con il suo negozio nel centro di Roma aveva fatto fortuna e si era potuto permettere una bella casa dove viveva con la sua famiglia. Era sposato con rito religioso, era un marito affettuoso e premuroso e allevava con amore i suoi tre figli. Era un buon cittadino, pagava tutte le tasse, rispettava tutte le leggi. Eppure, viveva un insanabile conflitto con lo Stato, un conflitto che lo faceva soffrire tremendamente e che minava la felicità sua e dei suoi figli, nonché la possibilità di vivere una vita serena e piena di amore come lui avrebbe desiderato. Lo Stato italiano infatti lo aveva costretto alla separazione e al ripudio della donna che lui aveva sposato secondo la Legge, giurandole davanti a Dio e agli Uomini eterno amore ed eterna fedeltà, e da cui aveva avuto due bei maschietti, che amava teneramente. Era sua legittima moglie, secondo le leggi del suo Stato, ma in Italia non era nulla, anzi costituiva un reato vivente. Era la sua seconda moglie che egli aveva dovuto lasciare nel suo paese d’origine, con grande angoscia di entrambi, per non incorrere nel reato di bigamia… O no?
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento